Amico mio

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2006 - edizione 5

Tutti gli abitanti di West Lake, conoscevano il signor Carter e il suo cane Billbone. Ma questo succedeva anni fa.
Ora, Gregory Carter, un pensionato di settant’anni, non sposato, da molto tempo non esce più di casa, se non per un paio d’ore al massimo; passa le giornate intagliando il legno e la sera si addormenta sulla poltrona davanti alla tele. La parete del soggiorno è tappezzata di articoli riguardanti Billbone, un cocker di sette anni:
- CANE CORAGGIOSO MUORE SALVANDO IL SUO PADRONE - COCKER ANNEGA TRASCINANDO IL SUO PADRONE A RIVA - EROICO SALVATAGGIO FINITO IN TRAGEDIA.
Gregory ha mantenuto tutto come se il suo cane fosse ancora in vita: dalla cuccia, alle ciotole del cibo, allo sportellino della porta d’ingresso.

Ogni giorno versa lacrime sulla tomba di Billbone.
La notte del decimo anniversario dalla morte del cane è particolarmente temporalesca e piovosa, l’atmosfera è carica di elettricità, lampi e fulmini continui. Gregory sta dormendo davanti alla tele con le immagini disturbate per via del maltempo, la terra della tomba del cane è smossa come scavata dall’interno e tracce di fango conducono verso casa.
Ticche, ticche, ticche. Rumore di passi lungo il corridoio svegliano Gregory e, aprendo gli occhi, vede con orrore uno scheletro di cane che lo fissa con le orbite vuote.
“B-Billbone?” balbetta Gregory. Con un balzo lo scheletro gli salta addosso azzannandolo alla gola.
Ora, gli abitanti di West Lake conosceranno il signor Carter e il suo cane Billbone: i morti viventi.

Nicola Battù