La notte della liberazione

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2006 - edizione 5

Oggi è il primo anniversario.
È passato un anno dalla “notte della liberazione”. C'era la luna piena esattamente come stasera: il covo dei licantropi fu scovato ed attaccato. Tutti perirono, tutti, compreso Lucius, il più anziano, quello considerato il più forte e pericoloso, quello che, a seconda di quanto si dicesse in giro, avesse mille anni. Fu un proiettile d'argento sparato dal fucile del sindaco a colpirlo nel mezzo del petto, vicino al cuore. Morto lui, gli altri licantropi, rimasti senza un capo, furono facile preda degli umani.
I corpi furono portati nella piazza principale, legati ad un palo e bruciati. Non era necessario arrivare a tanto, ma è difficile placare la folla, quando il terrore e l'eccitazione hanno preso pieno controllo delle menti.

E poi c'era il sindaco che voleva assolutamente dare una prova concreta al popolo della sua potenza: lui aveva capito il pericolo della comunità dei licantropi che a poco a poco si stava ingrandendo sempre di più, lui aveva scoperto il loro covo, lui aveva guidato l'attacco, lui aveva sparato il colpo che aveva ucciso Lucius, il capostipite, lui era l'eroe.
Ricordo perfettamente il suo ghigno soddisfatto, la sua aria da trionfatore.
È passato un anno da allora. Il villaggio si prepara a far festa ed il sindaco terrà un discorso in piazza, nella stessa piazza, in cui bruciò i miei compagni. È convinto che nessuno di noi possa essere sopravvissuto, non ha mai sospettato che anche tra i bambini potessero esserci dei licantropi e che Lucius possa aver avuto il tempo di nasconderne qualcuno. Vado a scuola tutti i giorni con i suoi figli, sono miei amici, ma oggi abbiamo litigato e li morsi tutti e due sulle spalle. Sono curioso di vedere la faccia del sindaco, quando se li troverà di fronte stanotte!

Nanny Ranz