Will
allinterno del bosco stava scappando, non sapeva da chi. Sentiva che chi lo stava
inseguendo voleva fargli del male, tanto da ucciderlo.
Ma Will sapeva che si era comportato come si sentiva interiormente.
Maledetta nottata.
Attorno a lui, ombre sempre più scure.
Ansia, sudore, respiro affannoso.
La luna stava facendo capolino oltre le montagne dove lui era diretto.
Aveva unarma, quel bastone che adesso stava osservando, girandolo fra le mani, una
clava, se proprio doveva difendersi avrebbe fatto la sua parte. Aveva sete.
La clava era già stata usata, era sporca di sangue e brandelli di cervello. Strano,
questo non gli faceva schifo, anzi non era neanche stupito di quello che stava osservando.
Guardò avanti a lui, gli sembrò... forse era un rumore? Incominciò a rendersi conto che
doveva uscire dal bosco.
Si passò la mano sulla fronte, era sudata, ed era sporca di sangue rosso e rappreso, come
tutto il suo viso. Correva... verso dove non lo sapeva più.
Si appoggiò ansimante al tronco, fermò il suo respiro per carpire i rumori che venivano
da non molto distante da dove si trovava lui.
Erano passi strascicati sulle sterpaglie del bosco.
Umani, maledetti...
Passi pesanti, le foglie calpestate frusciavano. Il tutto succedeva a meno di trenta metri
da lui. Adesso mi prende... mi scanna... lo sento Voleva vomitare.
Lo fece, terrorizzato.
Sentì la voce calda e sicura di sua madre.
"Will... Will svegliati... devi andare a scuola."
Si svegliò dal suo incubo.
Osservò la penombra della stanza. Allungò la mano sul comodino.
Prese il suo bicchiere dacqua. Sorseggiò lentamente, la sua paura passò.
"Vengo mamma, pensò che oggi sarebbe stata una bella giornata.
Will aveva sete, si stava lavando le mani sporche di sangue.
Sì, aveva ancora tanta sete.
Si osservò allo specchio ma non si vide...