Non si sa mai,
la sera, chi tu possa incrociare nel tuo cammino: se spiriti, fate, briganti
o ladri. Loschi ceffi si trattengono nei canti più scuri, nascosti alla
luna. Non c'è modo di scorgerli, nemmeno alzando un lume, che già son
svaniti.
I bambini non hanno remore e non avvertono la paura. Se si trovano in giro
di notte, si smarriscono facilmente.
Finché le madri stanno loro appresso col fiato sul collo, non hanno di che
temere: se la Vivena li adocchia al centro della piazza, intenti nei loro
giochi, esse lo intuiscono, ne percepiscono la preoccupante presenza
qualunque siano le sue sembianze.
A una certa ora, quando il sole si fa basso, le loro mani afferrano i figli,
sottraendoli alla strada.
"Ma mamma, se qualcuno mi rapisce, quella sei sempre tu!"
"Taci. Non sai cosa dici. Bada a te, e ascolta piuttosto questa storia.
Rientrava dal lavoro il padre di Zoe. Era un abile boscaiolo e lavorava di
scure dalla mattina alla sera. Quel giorno aveva discusso con un compare
guastandosi l'umore. Nemmeno in osteria, tra un bicchiere e l'altro gli era
riuscito a ricomporre una questione.
La piccola Zoe, che quel giorno compieva tre anni, sfuggì al controllo di
sua madre e corse incontro al babbo. Questi, a causa dell'umor nero e del
vino in corpo, sbuffò e la scansò sfogando su di lei il proprio dispetto:
- Che il diavolo ti porti!
L'uomo la lasciò indietro, incustodita.
La Vivena, che l'aveva inseguito tutto il tempo, confondendosi con la sua
ombra, aveva assistito alla scena. Non se lo fece ripetere due volte. Uscì
allo scoperto, prese per mano la bambina piangente e la condusse via con
sé".
Mi chiamo Davide Dotto, sono nato a Terralba (OR) il 17/09/1973, lavoro come impiegato presso un ente locale. Ho pubblicato il racconto "Galatea" nell'antologia "La pagina bianca" (Perronelab - Roma 2011), in pubblicazione ho un secondo racconto nell'antologia "Quel giorno in un attimo" (Perrone - Roma 2011).