Ti siede
accanto. Occhi senza luce nel viso di legno marcito.
-Quando andiamo al mare?-
Sorriso da adolescente in lotta con la leucemia. Raccogli i disegni. Schizzi sapienti che
intrigano lanima. Hai talento. Potresti cambiare il mondo coi tuoi colori.
-Ci sentiamo domani...-
Devo parlarne ai ragazzi. Vogliono festeggiare il tuo ritorno dallospedale. Una
festa a sorpresa che già ti aspetti. Ridi mentre lei ti solletica il collo con le sue
labbra aride. Sfiora il tuo cranio nudo, le palpebre senza ciglia. Infila la mano scarna
nello scollo della polo. Conta le tue ossa, ad una ad una.
-Devo andare... -
Sei troppo magro per fare ombra nel cortile. Una fila di insetti incalza i tuoi passi.
Preludio di un festino appena rinviato. Ti allontani, tra le grida festose di
questultimo giorno di scuola. Sparisci, inghiottito dallabbraccio del portico
in ombra.
Notte senza respiro. Rapidi, dolorosi sussulti ti squassano il corpo.
La luce sul comodino non spaventa la folla dei morti. Si affollano intorno al tuo letto,
in un sussurro odioso ed insistente. Sgranano fra le dita scheletriche rosari di giorni
negati, spesi nel bianco abbacinante di troppi ospedali.
Stringi i pugni, sorpreso dallassalto improvviso. I suoi occhi nei tuoi, frammenti
di vetro nero che riflettono il nulla.
Vattene, sono guarito.
Le sue labbra si tendono in un atroce sorriso...
-Ti hanno ingannato...-
Sono qui,con gli altri. Sguardi increduli, allucinati. Non oso
attraversare quella porta. Tua madre ci spinge, con mani tremanti.
-Entrate, ragazzi...-
La stanza, in penombra, la inghiotte. Sussurra il tuo nome, ancora una volta.
-Antonio...-
Non posso entrare. Ho visto i tuoi piedi di gesso sul lenzuolo candido. Immobili, assurdi,
irreali.
La borsa per il mare è accanto al letto. Domani... dovevamo vederci domani.
Mi fanno rabbia i giorni che verranno. Scivoleranno rapidi, anche senza di te.