Introduzione
Il racconto che segue nasce da unimmagine ben definita, ovvero quello di un elfo
in fuga ma in un mondo non suo. Da questo ho iniziato a lavorare sul racconto che segue,
creando un racconto che sa di fantasy e di fantascienza.
Spero che il risultato sia apprezzabile.
Sto
correndo da parecchio tempo ma ancora non sono riuscito a seminarli...
E come se sapessero dove sono, dove cercare, dove guardare...
Sto fuggendo alla cieca, me ne rendo conto, e questo di certo non mi agevola.
Sto fuggendo in preda al panico, vittima del terrore provocato da quelle immagini
angoscianti al mio risveglio... non oso immaginare cosa potrebbe accadere se mi
prendessero...
Al solo pensiero di quel che ho visto mi vengono i brividi...
Mi fermo un poco, giusto il tempo di riposarmi dalla fatica e riprender fiato prima di
ricominciare a muovermi.
Devo riuscire a seminarli: non ho forze a sufficienza per continuare a fuggire ancora per
molto.
Forse potrei riuscire a far perdere le mie tracce muovendomi nei vicoli di questo strano
mondo...
Non ho mai visto nulla di simile nel corso della mia secolare esistenza.
Non scorgo alberi e le abitazioni sono costruite con un materiale a me ignoto ma che
certamente non è naturale. Niente legno e pietre, solo superfici fredde, costruzioni
imponenti e morte che sfidano le leggi del Grande Equilibrio ergendosi terribili contro il
cielo... il cielo... quale orrendo maleficio lha reso così tetro e minaccioso?
Anche la strada sotto i miei piedi appare dello stesso colore: grigio, lanonimo e
infinito colore della nebbia.
Certamente non è terra quella su cui cammino; nemmeno sono ciottoli a ricoprire il
terreno, ne sono certo, visto limpossibilità di stabilire un legame con la grande
forza della natura.
Sono confuso... non riesco a capire dove mi trovo...
Non è la mia città, questo è certo.
Ma non sono nemmeno in una città degli elfi: mai sarebbero capaci di un simile abominio.
Dovrò cercare di scoprire qualcosa alla svelta.
Non riconosco il linguaggio che insistentemente e luminoso appare sui numerosi edifici che
mi circondano.
Stranamente, solo ora mi rendo conto che non scorgo abitanti per le strade di questa
città che mi appare immensa.
Come può essere?
Qui potrebbero vivere migliaia di migliaia di elfi... no, elfi decisamente no... di orchi
forse...
Solo ora percepisco uno strano incantesimo nellaria, come una voce che parla nel
cielo ma da molto lontano, una voce che suona secca e metallica e minacciosa.
Percepisco inoltre uno strano ronzio, un fastidioso rumore impaziente che si avvicina
sempre più.
Il rumore si fa più intenso e sembra provenire anchesso dal cielo tetro che osserva
la mia fuga.
Cerco di nascondermi nelloscurità mentre un enorme insetto di metallo appare a
qualche decina di metri sopra la mia testa.
Rimane sospeso, immobile, grigio e nero come gli edifici che mi circondano.
La creatura che mi insegue certamente non è un essere vivente, ma di certo non può
essere il frutto di un qualche incantesimo: percepisco vita ed emozioni provenire da
quello strano essere metallico. Addirittura, sforzandomi nel tentativo di osservarlo
meglio, mi sembra di vedere degli esseri deformi al suo interno, con delle strane maschere
e strani elmi rotondi...
Improvvisa e abbacinante una luce bianchissima si proietta su di me: proviene dalla
creatura di metallo.
Investito dalla luce, per qualche istante mi perdo nel ricordo del risveglio di qualche
ora prima...
Solo qualche ora prima una luce abbacinante, violenta e innaturale mi faceva riscoprire la
vita...
Nuovamente.
Una creatura (impossibile fosse un elfo) era china su di me.
Non riuscivo a distinguere molto ma aveva una strana maschera bianca sul volto e un buffo
copricapo dal colore verde.
La sentii esprimersi in un linguaggio a me sconosciuto ma che ai miei sensi appariva
sgraziato e privo di armoniosa musicalità.
Mentre parlava, sempre se avevo intuito bene, le sue mani esaminavano il mio volto ed il
mio corpo.
Non riuscivo a comprendere cosa stesse accadendo... la percezione del mio corpo era così
vaga, confusa...
Pochi istanti dopo altre due creature si affiancarono alla prima, tutti simili con quelle
maschere bianche e quelle strane tuniche di colore verde. Apparivano, ma non saprei dire
come mai avessi una simile impressione, come chierici rinnegati pronti a sperimentare un
incantesimo proibito.
Uno di loro reggeva in mano uno strano attrezzo...
Ebbi paura.
Piegando la testa verso destra, ebbi conferma dei miei timori.
Su di uno strano letto metallico giaceva un corpo parzialmente coperto da un telo bianco
vistosamente macchiato di sangue. Un braccio pendeva inerte verso il pavimento mentre
parte del volto, non perfettamente coperta dal telo, lasciava intravedere parte della
testa e un orecchio del cadavere: il cadavere di un elfo!
Istintivamente portai una mano al collo mentre le creature continuavano a confabulare tra
di loro.
Non riuscivo a comprendere cosa stesse per accadere ma sapevo di dover fuggire. Cercai
allora il medaglione di UnknownDesire che portavo al collo sollevando lentamente una mano.
Quando avvertii la superficie del talismano sotto le dita chiusi gli occhi e, in un
flebile sospiro, pronunciai lincantesimo.
Il potere del talismano venne in mio soccorso teletrasportandomi altrove.
Avevo agito stupidamente nelleffettuare una simile azione, muovendomi alla cieca in
uno spostamento dimensionale.
Così mi ritrovai allaperto.
Ebbi una fugace visione del cielo sopra di me, un cielo tetro e denso di nubi, prima di
ritrovarmi ad annaspare in acqua.
Lacqua gelida mi destò e velocemente ripresi il controllo della situazione.
Pochi secondi dopo ero allesterno di quella strana e orrida fontana posta ai piedi
di una torre elevata ed imponente.
Poi, senza pensarci due volte, fuggii e vagai senza meta mentre già le prime creature si
mettevano sulle mie tracce.
E ora, grazie a questa strana diavoleria metallica, mi avevano ritrovato!
Rinsavendo, distolgo la mia attenzione dai ricordi e dalla luce che mi investe e riprendo
a correre consapevole del pericolo che sto correndo.
Con la coda dellocchio osservo quattro creature uscire dallessere metallico e
spingersi nel vuoto, verso terra. Hanno una sorta di mantello di colore bianco sopra
divise dal colore nero.
Dopo un volo di una quindicina di metri li vedo atterrare al suolo: atterrano piegando un
ginocchio fino a terra quasi fossero rispettosamente di fronte ad un sovrano.
Sembra che il volo non abbia creato loro il minimo problema.
Si alzano contemporaneamente mentre per un istante rimango ad osservarli: sembrerebbero
uomini.
Allunisono scattano verso di me, intenzionati a catturarmi.
Nuovamente fuggo, correndo disperato.
Mi stanno braccando... li sento mentre corrono per raggiungermi... ho paura...
Mi muovo a casaccio tra le strade di questa città senza piante... sono nel panico e non
presto attenzione al percorso... maledizione, sono finito in trappola!
Un muro mi sbarra la strada!
Alle mie spalle, con passo deciso, avanzano i miei inseguitori, compatti e minacciosi.
Tremo mentre li osservo: hanno il fisico robusto e massiccio, i capelli corti e sguardi di
ghiaccio.
Dallorecchio destro di ognuno di loro spunta una sorta di piccolo tubicino che si
perde allinterno della divisa che indossano.
Avanzano.
Non ho armi per difendermi.
Non ho vie di scampo alle mie spalle.
Un attacco magico mi permetterebbe di guadagnare qualche secondo, permettendomi di
fuggire. Ma se per caso indossassero amuleti o protezioni contro gli incantesimi o, peggio
ancora, se ne fossero immuni, a niente servirebbe il mio sforzo.
Si fermano a pochi passi da me: mi osservano.
Si assomigliano moltissimo, ora me ne rendo conto.
Forse potrei tentare un attacco diretto: sfruttando la mia agilità potrei infilarmi tra
di loro, colpire e poi fuggire.
Di certo non avrò forza e occasione per danneggiarli seriamente ma senza dubbio la mia
superiore velocità e la mia agilità, unite alleffetto sorpresa, mi permetteranno
di guadagnarmi la fuga.
Ho deciso.
Scatto in avanti, gridando, pronto a incunearmi tra di loro, pronto a colpire e a creare
un po di scompiglio.
Loro rimangono immobili, come in attesa.
Mancano solo pochi metri e poi colpirò il primo di loro quando allimprovviso lo
vedo sorridere e scomparire.
Contemporaneamente vengo colpito alladdome, un singolo colpo devastante e
tremendo... maledetto umano!
Si è mosso ad una velocità sorprendente, scattando e poi abbassandosi per colpirmi.
Come può essere?
Nessun umano è più rapido di un elfo...
Poi, perdo i sensi a causa del colpo...
Al mio risveglio sono disteso su di un letto allinterno di un qualche edificio.
Nellaria un odore strano e che non riconosco... mi sento intontito... debole...
Una luce abbacinante puntata direttamente sul volto non mi permette di capire dove mi
trovo o di osservare ciò che mi circonda...
Mi duole laddome ma non posso muovere le mani per controllarmi...
Non posso nemmeno muovere le gambe o alzarmi... dannazione, sono bloccato!
Sento qualcuno che si avvicina.
Tre volti coperti da candide maschere si chinano verso di me.
Una scena che si ripete.
Uno di loro punge il mio braccio destro con unarma acuminata.
Percepisco del liquido alieno nelle mie vene... lentamente... tutto si fa pesante...
confuso...
Scivolo nelloblio mentre i miei occhi registrano le ultime immagini della mia vita:
uno di loro che regge una piccola lama luccicante... un altro regge una strana tavoletta
sul cui retro scorgo messaggi in un linguaggio sconosciuto ma che si imprimono indelebili
nella mia mente che si espande dissolvendosi:
Progetto ELF:
Ricerche sullEssenza dellImmortalità
Poi è loblio, il sonno senza sogni di un elfo in balia di scienziati umani alla
ricerca del segreto di un dono a loro mai concesso.