Riguardando al visore olografico le immagini dell'ultimo notiziario, il capitano di vascello Traufer, V° flottiglia di disinfestazione "Genesi", rimase a riflettere su quello che da poche ore era il suo nuovo incarico. Aveva davanti a sè, sparpagliato sul tavolino retroilluminato, l'incartamento consegnatogli dal comandante.
Il brano di conversazione del tenente Rowan con l'operatrice prima
della sua scomparsa, il rapporto della squadra di soccorso su quello che si credeva un
normale asteroide. Tutti i documenti ufficiali, persino le superate carte di navigazione
utilizzate da Rowan, gli erano stati consegnati. A dimostrazione della volontà del
presidio militare locale di risolvere quello che le fonti di informazione private avevano
già battezzato come "l'asteroide del virus".
Traufer aveva seguito, nei giorni precedenti, qualcuno dei vivaci dibattiti televisivi
sulle presunte origini sacre dell'asteroide destinato, si sosteneva, come dimora del dio
Ash-Asam.
Ricordò con un sorriso la foga con la quale i seguaci difendevano quell'arida distesa di
sabbia dalla minaccia di disinfestazione proposta dall'amministrazione centrale.
Purtroppo per gli adepti di quel culto ormai dimenticato, a poco erano servite le proteste
e i piccoli ma tenaci cortei. In una società che li considerava degli eccentrici
fannulloni dalle tuniche sgargianti, nessuno si preoccupava delle loro rivendicazioni.
Traufer ripensò, per l'ennesima volta alla protesta del giorno precedente, con i
dimostranti che presidiavano, con cartelli e striscioni, l'area antistante la caserma del
reparto disinfestatori.
Nel salone destinato al ritrovo degli equipaggi, poco distante dagli
hangar che ospitavano le astronavi, gli ultimi ritardatari si affrettavano a schierarsi.
Il rozzo palco dove il capitano Traufer avrebbe tenuto il rapido briefing era stato
collocato vicino alla parete nord.
Con passo tranquillo Traufer raggiunse il palco, squadrò brevemente gli uomini che
avrebbero preso parte all'operazione e iniziò a parlare.
"Da due giorni studio gli incartamenti riguardanti la nostra operazione, e posso dire
che non si presenta come una missione di routine. Chi crede di essere coinvolto in una
semplice disinfestazione resterà deluso. Infatti,osservando bene le caratteristiche
decisamente sabbiose dell'asteroide..."
La voce dell'ufficiale venne brevemente soffocata dai motori di un'astronave al decollo.
"Dicevo... avendo analizzato queste caratteristiche, posso escludere a priori
l'utilizzo dei decontaminatori a getto di idrogeno installati sulle nostre navi.
L'utilizzo di queste apparecchiature solleverebbe una nube di polvere di dimensioni enormi
che, oltre a intralciare le manovre, causerebbe un pericolo di contagio davvero alto.
Io non conosco quale sia il mezzo di trasmissione del virus, posso però assicurarvi che,
in base ai dati rilevati dalla squadra di soccorso arrivata in aiuto del disperso, è
particolarmente efficace e difficilmente arginabile.
A bordo delle astronavi, quattro operative più quella di comando, troveremo le tute di
incapsulamento antivirali. Tutti, e ripeto tutti, dovremo indossarle..."
Traufer intravide qualche espressione incredula tra i soldati schierati.
"Sì signori, avete capito bene. Scenderemo su quell'asteroide, o qualsiasi altra
cosa sia. Siamo obbligati a farlo, visti i problemi che vi ho esposto precedentemente.
Per quel che riguarda la parte strettamente operativa le istruzioni, o piano strategico se
vi suona più tecnico..."
Sorriso.
"Le due squadre, V-16 e V-7, sbarcheranno per prime sull'asteroide. Saranno
equipaggiate con disinfestatori meccanizzati, e inizieranno ad entrare in azione nel punto
segnato come Alfa rosso sulle mappe. I comandanti di squadra sanno di cosa sto parlando
vero?"
Cenno di assenso dei quattro capisquadra.
"Bene. Spiegherete alla vostra squadra,durante il viaggio di avvicinamento, i
rispettivi punti assegnati.
Dopo che la V-16 e la V-7 avranno raggiunto il primo check-point, la V-5 e la V-12
scenderanno sull'asteroide. Raggiungeranno le due squadre ferme al check point e gli
daranno il cambio.
Vi succederete nei cambi alternativamente. Questo perchè sarà particolarmente
problematico operare per i macchinari con tutta quella sabbia: quindi le squadre non
impegnate nella disinfestazione si dedicheranno alla manutenzione della propria
attrezzatura , pulendo rotori e altri parti meccaniche da eventuali sedimenti di sabbia.
Una volta completata la disinfestazione le squadre torneranno alle rispettive astronavi.
Il nostro lavoro sarà terminato. Spetterà poi al presidio militare mandare un'altro
ufficiale degli esploratori a posizionare un radiosegnalatore. Sperando che questa volta
non ci siano altri virus in agguato."
Sorrisi e battute tra la truppa.
"E' tutto signori. La partenza è prevista tra due ore, rompete le righe."
I disinfestatori lasciarono il locale, alcuni diretti verso lo spaccio, altri verso le
camerate.
La squadra V-16 avanzava lentamente, con la goffa andatura provocata
dalle tute di incapsulamento. Gli uomini si lanciavano, per quanto consentito dai caschi,
sguardi nervosi e preoccupati: avvertivano tutti il continuo e sommesso formicolio che
animava la sabbia sotto di loro. Qualcuno parlava di larve che venivano mangiate da una
specie di serpente orripilante: certo questa spiegazione non rassicurava chi su
quell'asteroide ci doveva camminare.
Con un gesto improvviso il caposquadra fece cenno di fermarsi. Sollevo l'indice e il medio
della mano destra tenendoli uniti e facendoli roteare lentamente...
Ecco il segnale. Gli apparecchi vennero accesi, producendo il classico roboante turbinio
che li contraddistingueva.
Nella semioscurità dell'asteroide risaltavano le lampeggianti luci arancioni che
segnalavano l'entrata in funzioni dei macchinari.
Il disinfestatore Damp Stangler, fissava concentrato quello che veniva aspirato attraverso
la sabbia. Notò quelle disgustose larve venire strappate a centinaia dal terreno,
proiettate all'interno del serbatoio per venire polverizzate.
Le guardava roteare attraverso il getto di aspirazione, lottando disperatamente per
cercare di tornare al loro luogo di origine. Provava un sottile piacere, inutile
nasconderlo, nel vedere all'opera la rapidità e l'efficacia dell'apparecchio assicurato
sulle sue spalle.
La piacevole sensazione durò pochi secondi, prima che un tonfo sordo e un improvviso
getto di sabbia oscurò l'ambiente intorno. Percepì attorno a lui la presenza di un
essere in movimento, sbucato dal terreno nel mezzo della squadra di disinfestazione.
Sollevò lo sguardo e, attraverso il fitto nugolo di sabbia, distinse il verde pallido di
una tuta di incapsulamento sollevarsi a rapida velocità. Passarono pochi istanti, e la
tuta ricadde al suolo con uno schianto.
Sentiva nell'auricolare gli ordini frenetici e affannati urlati dal suo caposquadra.
"Spegnete i decontaminatori! Siamo stati attaccati! Chiamo immediatamente la nave di
raccolta! Qui ci vogliono i soldati... caz..."
La voce tornò nel silenzio.
Come da ordini ricevuti Stangler spense l'apparecchio. La nube di sabbia andava
dissolvendosi ed era ora possibile cominciare ad individuare i compagni attraverso il velo
grigio.
Due di loro erano ancora in piedi, completamente atterriti dall'improvvisa aggressione,
mentre un terzo giaceva sdraiato a terra. Il corpo completamente straziato in una posa
sgradevolmente innaturale. Nessuna traccia del caposquadra.
Stangler cercò un contatto radio con i due compagni.
"Qui Stangler. Sono alla vostra sinistra, cerchiamo di raggrupparci e raggiungere la
nave di raccolta... credo non ci sia altro da fare."
Prestando molta attenzione ad eventuali nuove insidie i tre disinfestatori si riunirono
vicino al cratere lasciato dalla feroce creatura sbucata dal terreno. Iniziarono ad
incamminarsi verso il loro obiettivo, mentre con gli sguardi rastrellavano l'ambiente che
li circondava.
Erano a una cinquantina di metri dalla nave, quando il formicolio sotto di loro aumentò.
Presagendo un nuovo pericolo iniziarono una precipitosa corsa.
Il serpente venerato come dio sbucò improvvisamente alle loro spalle, lanciandosi in aria
con la solita furia. Durante la discesa cercò di catturare una delle tre prede.
Mentre Stangler e un altro compagno erano fuori portata, il terzo decontaminatore
risultava ancora troppo vicino al dio per sfuggire.
La disgustosa bocca del mostro avvinghiò il macchinario legato alle sue spalle,
trascinando con sè la vittima nell'apertura creata poco prima nella sabbia.
Mentre i due sopravvissuti si inoltravano nella cella di decontaminazione della nave, a
fatica riuscivano a scacciare il ricordo delle grida disperate della vittima, sprigionate
pochi minuti prima dagli apparecchi radio installati nei caschi.
Traufer, seduto sul divanetto della sala conferenze, giocherellava
distratto con un ritratto ricavato su un cartoncino di piccole dimensioni. I tratti del
disegno alimentavano la sconfitta e i sensi di colpa.
Sembrava quasi che la rappresentazione del dio Ash-Asam, dipinta con colori vivaci, lo
sfidasse a provarci di nuovo.
Dieci persone erano morte durante il tentativo di disinfestazione e per il capitano di
vascello questo bastava: attendeva solo l'arrivo del suo superiore diretto, il maggiore
Hasklan, per rassegnare le dimissioni e lasciarsi tutto alle spalle. Magari facendosi
assumere in qualche cooperativa privata, come gli suggerivano da tempo alcuni suoi
ex-commilitoni già impiegati in questo settore.