Fedelmente tratto dalle gesta del criminale piromane che terrorizzò l'Inghilterra durante l'era vittoriana.
Londra
1838. Quella notte il piccolo William non voleva proprio dormire. Sua madre aveva già
raccontato diverse favole e gli aveva cantato svariate ninne nanne. Ma ogni tentativo di
addormentare il figlio era stato vano.
-Avanti Willy (così lo chiamava la madre), chiudi gli occhi e dormi.
-Io mi addormenterò solo se mi leggerai la filastrocca. -replicò il bambino.
-Santo cielo! Come farà a piacerti quella filastrocca...
-Ti prego mamma!
-E va bene.
Detto ciò iniziò a recitare la filastrocca reclamata dal figlio:
"Salta muri, salta tetti
con i suoi sporgenti occhietti.
Sputa fuoco a destra e a manca,
continuando a farla franca.
Lui spaventa una gran folla;
lui è Jack. Jack Tacchi-a-molla!"
Finita la cantilena diede un bacio sulla fronte del bambino.
-Su ora dormi.
E uscì dalla camera del figlioletto. Il bambino stava per chiudere gli occhi quando vide
qualcosa di nero balenare attraverso la finestra. Per un attimo l'aveva visto. Era un
uomo. Ma ciò non era possibile. La camera del piccolo William era al terzo piano e
sarebbe stato impossibile arrampicarsi dal tubo della grondaia. Una corda? No, non c'era
nulla per fissarla. Lo sconosciuto che aveva visto William doveva aver saltato. Ma nessun
uomo poteva fare un salto di quel tipo. A meno che... non portasse delle molle nelle
scarpe. In un attimo William si rese conto dell'identità dell'intruso. Ed ebbe paura.
Tanta paura. Era talmente spaventato che non muoveva neanche un muscolo. Aspettò alcuni
minuti. Silenzio. Ad un tratto vide una sagoma nera. La sagoma cominciò ad avanzare verso
di lui con passi appena percettibili.
Il piccolo William poteva sentire gocce di sudore che gli scivolavano dalla tempia. E
intanto la misteriosa sagoma si stava avvicinando sempre di più. Sempre di più. William
avrebbe voluto scappare ma il terrore gli aveva paralizzato il corpo impedendogli così
ogni movimento. Cercò di distogliere lo sguardo. Ma non ci riusciva. Il terrore era
troppo forte. Lo sconosciuto sollevò le braccia e le protese verso il piccolo William. Il
bambino, ormai terrorizzato a morte, non riuscì più a trattenersi e lanciò un urlo.
Subito accorse la madre. Accese la luce e disse:
-Che cosa c'è, tesoro?
-È qui nella stanza, mamma!
-Chi?
-Jack Tacchi-a-molla! L'ho visto entrare dalla finestra!
-Tesoro, hai fatto solo un brutto sogno! Lo sapevo che non dovevo leggerti quella stupida
filastrocca...
-Ma io l'ho visto! L'ho visto davvero!
-Avanti dormi. Buonanotte.
E uscì dalla stanza, dopo aver spento la luce. Il bambino era ancora sconvolto per lo
shock. Ma non sentendo più niente di sospetto si convinse di essersi immaginato tutto.
Tuttavia non riuscì ad addormentarsi. Si girò e si rigirò nel letto ma non riusciva a
chiudere occhio. Ad un tratto sentì qualcosa muoversi sotto il suo letto. Qualcosa che
stava uscendo e si stava mettendo in piedi al lato destro del povero William. Qualcosa che
stava calando inesorabile sul bambino, protendendo in avanti le sue mani artigliate.
-Aaaaaaaaaah!
Subito la sagoma si dileguò mentre si sentivano per il corridoio i passi della madre del
piccolo William. La donna entrò e chiese con voce stanca:
-Che cosa c'è?
-L'ho visto di nuovo! Era Jack! Jack Tacchi-a-molla!
La madre lo fisso con sguardo scettico.
-Mamma devi credermi! Era lui! È entrato dalla finestra!
-William, io...
-Abitiamo al terzo piano, mamma! Nessun uomo può arrampicarsi fino a qui!
-Willy, hai avuto delle allucinazioni. Jack Tacchi-a-molla non esiste!
-Ti sbagli, mamma! Tutte quelle persone aggredite per strada nelle ultime settimane sono
opera sua! Si parla di un uomo che vomita fuoco e che salta muri di trenta metri!
-Ora ascoltami, William! Tutte le aggressioni che ci sono state nelle ultime settimane
sono opera di vandali. Non c'è mai stato e non ci sarà mai un Jack Tacchi-a-molla! È
solo un personaggio di fantasia. Ora dormi.
Detto ciò fece per andarsene. Ma prima che potesse uscire dalla camera, l'anta
dell'armadio a muro si spalancò di colpo. Nella penombra la donna intravide una
misteriosa e terrificante sagoma.
-C-chi c'è?- chiese con voce tremante.
La sagoma uscì lentamente dal guardaroba e si avvicinò alla donna. A mano a mano che si
avvicinava i connotati dello sconosciuto si delinearono. Era un uomo alto vestito con una
tuta aderente, nera e lucida, un ampio mantello in tinta, orecchie a punta, occhi
sporgenti e rossi come carboni ardenti e un casco aderente in testa. La donna sgranò gli
occhi dal terrore. L'inquietante essere si sporse in avanti e le alitò una vampata di
fuoco in faccia. La donna, semi accecata dal fuoco, cadde a terra, svenuta per lo shock.
Dopodiché l'uomo si avventò sul bambino e lo percosse con furia inaudita, graffiandogli
il pigiama con le sue mani artigliate. Poi si mise a saltellare per la camera buttando
tutto all'aria strepitando e urlando come un selvaggio. Poi, fece un balzo verso la
finestra. Prima di saltare giù, Jack Tacchi-a-molla, si voltò, fece l'occhiolino al
piccolo William, e si lanciò giù nel vuoto, ghignando malignamente. Sopraffatto dal
terrore, il bambino, pieno di graffi e lividi, stramazzò sul letto privo di sensi.
I due furono ricoverati in ospedale con urgenza dove vennero curati. Dopo alcuni mesi
furono dimessi. Non tornarono più nel loro appartamentino. Se ne andarono da Londra per
non farvi più ritorno. Ma ovunque andavano, rivivevano il ricordo di quella notte
terribile, nei loro incubi notturni.