Il Gattomammone

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2021 - edizione 20

I piedi poggiano cauti sul parquet cercando di evitare scricchiolii. La vescica sta per esplodere, deve assolutamente andare in bagno a orinare.
“Papà?”
La voce della bambina lo paralizza, solo per un momento, poi gira lo sguardo verso la piccola, delineandone il viso nella penombra.
“Mi avevi promesso di fermarti finché mi addormentavo!” alza appena la voce Linda, strizzando gli occhietti assonnati.
Franco sospira. Sperava di essersela cavata per stanotte, o almeno per qualche ora. Si augura che questa storia degli incubi finisca presto perché la sua schiena ne ha abbastanza di coricarsi in quel lettino a prendere ginocchiate in continuazione. Però va bene così, pur di non tirarsela dietro nel lettone, Maddalena ci teneva così tanto e lui non vuole deluderla. Soprattutto ora che veglia da lassù...
“Torno subito, lasciami solo andare in bagno” sorride il papà rassegnato. Vorrebbe rassicurarla che il Gattomammone non esiste, né il Babau, l’Uomo nero o qualsiasi altro mostro la sua testolina abbia inventato dopo la morte della madre. Lo farà, ma non ora. È troppo presto.

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Sono affilati e silenziosi gli artigli del Gattomammone, mentre affettano la gola del papà, che crolla a terra zuppo di sangue e orina.
Nel silenzio della notte anche i suoni più lievi nascondono un fragore sinistro, soprattutto se si intrufolano nelle orecchie di una bambina sola e al buio. Il tonfo che Linda sente provenire dal bagno è leggero, forse, ma a lei non sembra, e trasalisce nascondendo la testolina sotto il lenzuolo, che profuma di papà.
La piccola si consola annusando il tessuto, e il respiro un poco rallenta e con lui la paura.
Poi la coperta si scosta scoprendola appena. Linda sorride, ora è davvero protetta, pensa avvertendo il corpo caldo e sicuro del papà farsi vicino e stringerla a sé.

Luca Bettega



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