Davvero non
ero mai stato, prima, compresso in uno spazio tanto stretto.
Un velo daria rarefatta e sei tavolacce che sincollano, silenziose, come un
tatuaggio sulla pelle.
Ma in fondo non è niente. Basterà dinoccolare le giunture, sgranare i bulloni,
restituire movimento allo scheletro rattrappito, osso per osso. Quindi riacquistare la
forza, spingere, mordicchiare, rompere et voilà, sotto una pallida falce di luna, uscire
da questo bozzolo stretto. Nuovo, trasformato, pronto a pareggiare i conti con chiunque il
cui nome sia stato inserito nel mio nero block notes. Caro lettore corri pure a
nasconderti, perché nellelenco potresti esserci anche tu...