Prima che
Paolo morisse, gli dissi che lo avrei amato per sempre.
Da allora qualcuno, ogni notte, socchiude la porta della mia stanza e mi osserva.
Ne intravedo solo il volto. Ha occhi sulfurei che gli illuminano flebilmente il viso: ha
un ghigno diabolico, perverso.
Da un po di tempo ha iniziato ad avvicinarsi, sempre più vicino.
Laltra notte ho invitato Simone, il mio fidanzato, a dormire qui.
Quello era sempre lì, ma non ghignava.
Il mattino dopo, di Simone era rimasta solo una pozza di sangue sul letto.
Allora ricordai che Paolo da vivo era sempre stato molto geloso.