Prima che
la testa cominciasse a girarmi, ricordo le immagini della discoteca, il frastuono e le
tette della biondina che mi offriva un po del suo gin lemon. Poi mi svegliai qui,
sotto il soffitto che sto fissando anche adesso. Se giorni o mesi fa, non saprei dire.
Ricordo solamente che al primo risveglio, con gli occhi impastati e la mente annebbiata,
sentii un fortissimo formicolio al braccio. Ero legato ad un tavolaccio con delle cinghie,
e a fatica riuscivo a sollevare la testa per guardare. Il braccio che mi faceva male,
terminava con una biforcazione allaltezza del gomito: avevo due avambracci e due
mani. Cerano cicatrici ovunque, arancioni di disinfettante e disseminate dagli
spunzoni neri del filo da sutura. Provai a sollevare larto e a stringere la mano a
pugno. Entrambe risposero ai miei impulsi cerebrali, contemporaneamente. Svenni prima
ancora che lorrore si impadronisse di me. Al risveglio successivo, il formicolio mi
preannunciò che non avevo sognato. Riuscii a guardare il mio nuovo arto il tempo
necessario per distinguere una mano destra ed una sinistra, prima di voltarmi e vomitare
una bava acida e schiumosa.
Questa scena si è ripetuta decine di volte. Laltro braccio ha ricevuto lo stesso
trattamento. Le cicatrici si vedono di meno, perché uno dei due arti è di colore. Molte
delle mie dita si sdoppiano allaltezza delle nocche. Sento le braccia pesantissime,
ma riesco a muovere quasi tutto. Ad ogni risveglio il mio corpo è diverso. Dita bianche e
nere si alternano in modo irregolare, senza alcun principio logico.
Non ho mai visto nessuno attorno a me, ma sento di essere costantemente osservato. Non ho
capito in che modo mi somministrano lanestetico, anche se sono sempre più lunghi i
momenti in cui lasciano che io riprenda coscienza e familiarizzi con il mio nuovo corpo.
A volte mi lasciano ascoltare la radio, giornali radiofonico compresi. So chi ha vinto i
mondiali e le elezioni. Mi piace il nuovo singolo dei Red Hot e ascolto sempre gli
oroscopi di tutti i segni zodiacali, oltre al mio.
Credo stiano perfezionando le loro tecniche, perché riesco a muovere il braccio di colore
in modo disgiunto dallaltro, ed anche i movimenti delle ultime dita sono più
fluidi.
Ovviamente ho pianto e gridato più volte, fino allo sfinimento. Credo di avere perso il
senno, o forse è solo la mia speranza più intensa.
Ho perso il conto del tempo, ma vedo che le prime cicatrici sono guarite. A volte passo
delle ore seguendone i percorsi con lo sguardo e immaginando di essere una moto o uno
sciatore.
Anche le dita dei piedi hanno subito strane mutilazioni e ricostruzioni. In un piede ho
tre pollici, e nessun altro dito, nellaltro percepisco il solito fastidio, ma non ho
ancora avuto abbastanza forza per sollevare la gamba e guardare.
Poco fa, quando mi sono risvegliato, ho percepito il formicolio dove ancora non era mai
accaduto: in faccia. Più che un formicolio, era prurito vero e proprio, su tutto il viso.
Con i gomiti costretti dalle cinghie non mi potevo grattare, e il prurito era
insopportabile.
Cercavo di grattarmi contro il tavolaccio, girando il collo, quando allimprovviso ho
visto unombra davanti agli occhi. Qualcosa è uscito di scatto dalla mia stessa
faccia e lha strofinata vigorosamente. Il sollievo si è mescolato alle lacrime.
In quellattimo il giornale radio ha ricordato la data: era il giorno del mio
sedicesimo compleanno.