-DRIIIIIIIIIIIIIIIIN-
-DRIIIIIIIIIIIIIIIIN-
-DRIIIIIIIIIIIIIIIIN-
Maledizione!, pensò Giulia, quando la sveglia a forma di gatto, che teneva
sul comodino posto vicino al suo letto, puntuale alle 7.00 iniziò a suonare.
-Ogni mattina la stessa storia- borbottò tra sé e sé - ora mi alzo, poi mi vesto, poi
faccio colazione, poi mi lavo i denti e poi vado a scuola-. Scostò la coperta che
lavvolgeva e mise un piede fuori del letto consapevole di doversi alzare. Lentamente
poi, si costrinse a farlo ma con la solita calma di un bradipo. Non aveva per niente
voglia di andare a scuola quella mattina, a dire il vero non aveva mai voglia di andarci.
I suoi genitori, che possedevano una panetteria, a quellora lavoravano già entrambi
e così si doveva arrangiare da sola, ma tanto cera abituata, era una vita che
badava a se stessa. Accese, come per abitudine, la radio e, come per abitudine, il dj
avrebbe esclamato la solita stupida frase.
-Buongiorno ragazziii, è ora di andare a scuolaaa!!!-. Ma che ci andasse lui a
scuola, aveva pensato tante di quelle volte lei. Questa mattina, però, il dj non
disse la solita frase.
-Giulia? Giulia? Che cosa fai ancora così? Corri a prepararti, che oggi sarà una
giornata specialeee!!!- disse una vocina stridula e agghiacciante allapparecchio,
prima che partisse a suonare Highway to hell degli ACDC. Quella voce la turbò
per mezzo secondo poi pensò che sicuramente fosse un qualche amico di una qualche Giulia
che le faceva uno scherzetto, quindi non se ne preoccupò più. Dopotutto stava a Milano e
chissà quante Giulia ci sono in quella enorme città. Si vestì velocemente, prendendo
dallarmadio i primi vestiti che abbinati avessero un aspetto decente, e scese giù
in cucina scivolando quasi sullultimo gradino della scala a chiocciola che portava
al piano sottostante. Poi fece lingresso in cucina. Sul tavolo cera un
bigliettino -Auguri tesoro! Buona scuola, ci vediamo questa sera. Mamma e papà-. Fu molto
felice di quel piccolo ma molto affettuoso gesto, fatto per il suo compleanno. Poi mise il
latte a scaldare e aprì lo scaffale in cerca della solita tortina alla marmellata
dalbicocche. Frugò un po allinterno tuttavia senza trovare la sua
colazione. Poi entrando quasi con tutta la testa nellarmadio vide che in fondo
cera un pacchetto di tortine, ma non erano le solite. Che strano pensò
sorpresa, poi trasse la confezione a sé e lesse ciò che cera scritto in caratteri
cubitali.
TORTINE MAGICHE PER UN COMPLEANNO INCREDIBILE!
-Opera di mia madre per il mio compleanno, sicuramente!- esultò la ragazza col sorriso
stampato sulle labbra. Così aprì il pacco di tortine. Ne trovò dentro tante, tutte
diverse. Lei prese quella con la scritta CIOCCOLATO E NOCCIOLE. Scartò in fretta la
tortina e iniziò a addentarla aspettando che il latte si scaldasse; ma al primo morso il
suo viso iniziò ad assumere unespressione da prima preoccupata e dopo poco
terrorizzata. Quella massa che doveva essere cioccolato e nocciole, ma che sicuramente non
lo era, le incollò la bocca, impedendogli di parlare e men che meno di urlare per lo
spavento. Il resto della tortina lo scaraventò a terra e prese il pacco che, qualche
minuto prima, era così felice di aver trovato e lesse ciò che in minuscola scrittura era
impresso sul retro.
GIULIA, I DEMONI DELLA SEZIONE INFERNALE -NOI SIAMO DEMONI ABITUDINALI- TI
HANNO ELETTO COME NUOVA COMPONENTE! A DIPENDENZA DELLA TORTINA CHE SCEGLIERAI, AVRAI UN
DEMONE VETERANO CHE TI INTRODURRA', SPIEGANDOTI E DIMOSTRANDOTI TUTTO CIÒ CHE VUOI, NELLA
TUA NUOVA VITA E OVVIAMENTE TI CONDURRA' ALLA TUA NUOVA DIMORA!
Stava leggendo singhiozzando queste parole, quando sentì un rumore provenire vicino a
lei. Abbassò lo sguardo, mentre la sua bocca era ormai un impasto diabolico tra saliva e
una sostanza sconosciuta che le teneva serrati i denti, ma non poteva essere colla
normale, sia per il disumano odore che emanava, sia per la consistenza che, pur viscida,
era incredibilmente appiccicosa. Vide con orrore che il resto di quella maledetta tortina
stava prendendo forma. Iniziarono ad intravedersi due sporgenze, poi altre due, ma non si
capiva se fossero braccia, artigli o altro. Lei, che per 5 minuti era rimasta pietrificata
da quella visione, fece uno scatto disperato verso la porta della cucina per fuggire, ma
quella cosa fu più veloce. Ormai non più una tortina ma un sacchetto di pelle, sangue e
qualche cosa di giallastro che poteva essere pus, fece un rimbalzo e si andò ad
attorcigliare alla maniglia. Giulia spaventata cadde a terra senzaltro sapere che
fare. Chiuse gli occhi per un attimo sperando che, riaprendoli, potesse ritrovarsi nel suo
letto. Sperava che quella quotidianità che tanto aveva odiato ricominciasse di nuovo, lo
sperava con tutta se stessa! Ora riaprirò gli occhi e tutto sarà finito... è
tutto un incubo... tutto un incubo..., pensò disperatamente, mentre nella stanza un
odore di marciume si espandeva sempre di più. Riaprì gli occhi, ma non fu felice di
averlo fatto. Davanti a lei si era formata una figura distorta, deforme, fatta di carne,
sangue e quella sostanza giallastra indecifrabile, che contorceva il viso in una specie di
ghigno malefico.
-Ciao Giulia!- disse quellorrida creatura dagli occhi nero pece. -Ora ti porterò in
un bel posto, nella tua nuova casa, ma prima sentirai un po di male. Vedi, bisogna
che prima tu ti trasformi per venire con me-
Mentre pronunciava queste parole, schizzando sangue ovunque, si cavò ununghia che,
non appena del tutto estratta, divenne un lungo e sporco ago. La ragazza non poté fare
neanche un minimo movimento per tentare la fuga. La creatura, infatti, gli stava già
infilando quellaggeggio diabolico lentamente, così che sentisse più dolore, in
mezzo agli occhi ormai stracolmi di lacrime. Il viso di Giulia, da spaventato che era,
divenne la maschera della sofferenza. La sua pelle iniziò a strapparsi, provocandole
tagli enormi su tutto il corpo. Il sangue fluiva da quei tagli come un fiume in piena e le
sue mani, che prima erano tanto femminili, stavano diventando deformi e con artigli
lunghissimi. Gli occhi divennero sempre più neri, sempre più cupi, fino a diventare come
quelli del dèmone. Poi, linfernale creatura estrasse il putrido ago dal viso della
ragazza e lo rimise al suo posto originario. Infine, con un cenno della mano, aprì un
passaggio dal quale, oltre ad un fumo incredibile e un odore nauseabondo, provenivano
fiamme nere e rosse. Prese in braccio il corpo, un tempo grazioso, della nuova arrivata,
ancora affaticata da tutto quel cambiamento. Sorreggendo lei oltrepassò lentrata,
che facendo fuoriuscire le ultime fiamme, e diventando sempre più piccola, si richiuse
immediatamente dietro di loro.