Di sera
come al solito percorro le vie della città vecchia. Un vento autunnale spazza a raffiche
le strade semideserte portando polvere e foglie ingiallite.
Facciate di case silenziose, porte sbarrate, muri pieni di sporgenze che sfioro nel
tentativo di evitare le pozzanghere.
Mi infilo nei portici umidi e bui di via degli antiquari, malrischiarati da una lanterna
appesa alle travi tarlate del soffitto. A volte arriva fin qui il rumore possente del
fiume in piena.
Oltrepasso una antica scultura pagana che sporge da un edificio. Rari e frettolosi
passanti si tengono ben alto il bavero, una donna col corpo morbido lascia un profumo di
violette dietro di sé.
Oltre il deposito dei vetri rotti cammino in uno stretto viottolo deserto affiancato da
alti muri oltre i quali stormiscono alberi frondosi. Mulinelli di foglie turbinano negli
angoli portate dal freddo vento autunnale.
La sera allunga le ombre di una piazza acciottolata tra due file di lampioni ancora
spenti. La chiesa gotica erge i suoi contrafforti di mattoni e ringhiere dentate di ferro
accanto a me.
Salgo alcuni gradini rabbrividendo. Sciacqui dacqua segnalano la presenza delle
latrine.
Profumo di baccalà arriva a volte nellaria. Alzo gli occhi prima di attraversare la
piazza e allora rivedo il vecchietto.
Cè una vetrina alta con specialità gastronomiche. Vasi pieni di lumache,
prosciutto cotto nel pane, funghi col sugo e il giallo scintillìo delle bottiglie di
liquori. Il vecchietto fa contrasto mentre accudisce il camino gigantesco dove arde una
catasta di legna dietro una griglia verticale.
É estremamente vecchio e decrepito, ridicolo quasi con il suo camiciotto bianco. Saltella
letteralmente da un punto allaltro fra i cibi e il camino. Gira gli spiedi, aggiunge
olio, attizza la legna, regola il tiraggio... É eccessivamente svelto per la sua età, e
molto, troppo sorridente. Al calar delle umide sere autunnali egli appare accanto al
camino come un folletto indaffarato.
Vi è anche un piccolo bar in quella vecchia piazza del mercato. Come al solito prendo una
birra seduto al mio tavolo divertendomi a pensare mentre guardo fuori.
Le bancarelle avvolte nelle tele di sacco sono scosse dalla furia del vento. Tutto è
fradicio e marcito per la pioggia caduta durante tutta la settimana. I cespugli nei grossi
vasi rovesciati dal vento, la fontana con i delfini allagata.
E quel vecchio continua a far fuoco. Ora vedo la grata arrossata di braci incandescenti
tra uno sfavillìo dorato di bianco calore. Vampe azzurre salgono guizzanti, ma a lui pare
non bastino, e continua ad aggiungere legna, continua a far fuoco...
Dal mio posto gli lancio ogni tanto unocchiata e il forno, che emana una luce
intensa ormai, deve irradiare un caldo terribile tutto intorno, ma non per il vecchietto
evidentemente.
Circa a mezzanotte le nubi nere come la pece sono spazzate dal vento e la luna bianca e
fredda inargenta con luce spettrale tutta la piazza.
Si odono dei passi sulle pietre. Uomini in frac e bastone passano a braccetto di donne
bellissime e svaniscono nella nebbiolina dottobre. Fantasmi. Silenzio profondo rotto
dallo sgocciolìo dellacqua che cade da una grondaia.
La piazza è tutta un luccichìo di opalescenze e di veli, di cristalli e trine
dargento. Il negozio ha chiuso le griglie. Adesso il vecchietto è scomparso, come
uno spirito elementare, su per la cappa del camino.