I
I due giovani si stanno vestendo: anfibi e pantaloni di cuoio. Sulle t-shirt indossano
cotte di maglia di acciaio, strette da cinghie. Infilano due pistole automatiche, con
caricatore bifilare, nelle fondine ascellari. I cappotti di cuoio pesante hanno baveri
alti, rinforzati, per proteggere il collo dai morsi. Lei ha il corpo atletico, una gran
massa di capelli biondi, come una criniera leonina, ed il viso di una dea antica. Lui ha
il corpo pesante, i bicipiti possenti, coperti di tatuaggi.
"Lupo! Cassandra!" la voce gentile ma ferma, li fa voltare entrambi.
"Rowena! " esclamano.
La donna guida la carrozzella elettrica verso il tavolo e vi depone un involucro, avvolto
in un panno vermiglio. Quando lo apre, le else istoriate di due katane brillano nella
luce. Le lame di acciaio temprato sono protette da foderi di lacca nera.
"Ricordate," parla Rowena "le pallottole possono bastare contro i Mutati,
solo queste spade possono uccidere la Prima Generazione, solo io posso affrontare il Primo
Sangue. Ricordate questo e, forse, sopravviverete!"
I giovani sguainano le lame, provano il perfetto bilanciamento delle spade. La luce trae
bagliori freddi dall'acciaio. Rowena guarda compiaciuta e ricorda il suo passato.
II
Fiammeggianti incrociatori stellari lanciano getti di plasma incandescente dalle torrette
da combattimento. Potenti raggi traenti hanno immobilizzato l'astronave nemica, uno scafo
bulboso, nero e sgraziato. Sul ponte di abbordaggio i Guardiani attendono, protetti da
armature lucenti. Quando la paratia si apre, l'orda nera li assale. Sono creature
mostruose, hanno mani con artigli a sei dita, teste di lupo, bocche irte di zanne, bocche
sdentate, a ventosa, di succhiatori di cadaveri.
"Uccidete tutti!" ordina il Gran Maestro "Nessuno deve sopravvivere."
I Guardiani avanzano, le spade sguainate, tagliano mani, braccia, teste. Il sangue nero
macchia le paratie d'acciaio. Presto un denso strato vischioso rende scivolosi i ponti
dell'astronave.
"Dividetevi!" ordina il Gran Maestro.
Quando Rowena sente il pericolo, assume la posizione di difesa, con un colpo di spada
taglia l'acciaio della paratia.
Il mostro ha strappato l'elmo al giovane Guardiano. E' una creatura orribile: la testa è
un bulbo, lucido di placche ossee, non ha occhi né naso, sola la bocca, frastagliata di
denti irregolari. Dalla bocca ruscella un fiotto di bava nera che macchia l'armatura del
giovane Guardiano, scorre, come dotato di vita propria, gli penetra in bocca, nel naso,
negli occhi. Rowena vede la sua aura cambiare, diventare nera, contaminata dall'abominio
che lo riempie. Quando il mostro la attacca si mette in posizione: il braccio sinistro
teso, il braccio destro alzato a reggere la spada, puntata in avanti, sopra la testa. Il
giovane guardiano, ormai mutato, barcolla, poi comincia a correre verso il ponte delle
scialuppe iperspaziali.
"Franco!" grida mentalmente Rowena.
III
"Franco..." sussurra Cristina, mentre lui la accarezza.
Franco la bacia, lei fa scorrere le mani lungo la schiena di lui, sulla curva delle
natiche, sfiora la sua pelle fredda.
Quello che c'è tra loro, in quel momento, cancella le paure, l'orrore delle loro
esistenze, resta solo l'amore, amore vero. Quando Franco si mette supino, e,
delicatamente, la guida a salirgli sopra, Cristina fa perno su un ginocchio, lo scavalca e
lo accoglie nel suo corpo. L'orgasmo che la prende è dolcissimo. Dopo restano sdraiati in
silenzio. Cristina ha il volto affondato nel cuscino, sente la tela scaldarsi ad ogni suo
respiro. Sente come un tocco leggero, freddo, quando la mente di Rowena entra nella sua.
Dominazione: è una pratica antica, proibita, che anche i Guardiani hanno imparato ad
usare. Consente il controllo di una mente su di un'altra, annullando la volontà,
spingendo al male.
Così, quando Cristina si volta verso Franco, a guardarlo non sono i suoi occhi, profondi
e liquidi, ma gli occhi color del ghiaccio di Rowena.
"Uccidilo!" ordina inesorabile la mente dell'altra.
Al mercato Cristina (Rowena) ha comperato un coltello...
IV
"Puttana!" la voce di Cristina esplode nelle mente di Rowena "Quando
hai ucciso Franco, dovevi uccidere anche me. "
"Ho provato," pensa Rowena "ma il tuo istinto di sopravvivenza è
stato più forte della Dominazione."
"Sto cambiando," incalza Cristina "divento ogni giorno più
forte, presto sarò io ad uccidere te! "
La forza del sangue nero si gonfia come un'onda scura, uomini e donne dagli occhi non
umani sembrano tendere le loro braccia verso Rowena. Ma c'è dell'altro: un sentimento
umano, un odio bruciante, quello di una donna alla quale un'altra donna ha strappato la
persona più cara.
Rowena per la prima volta ha paura.
"Figli miei... venite!" balbetta ed abbraccia il corpo atletico di Cassandra e
quello pesante di Lupo.
Gli occhi color del ghiaccio di Rowena si perdono a scrutare un futuro incerto: la lotta
tra il sangue rosso ed il sangue nero è appena iniziata.
V
Il Mutato tira fuori la lingua e la sbatte. La lingua fa un rumore sciacquante, mostruoso
come il desiderio che gli si gonfia tra le gambe.
Cassandra resta immobile, la mano destra posata sull'impugnatura della spada. Poi scatta:
il primo colpo taglia il pene del mostro, il secondo gli mozza la testa di netto.
... ma questa è un'altra storia.