Il treno
partì che era mezzanotte.
Dapprima scivolò lentamente sui binari illuminati della grande stazione, poi, appena
fuori da questa, la sua velocità andò aumentando.
Era uno dei treni più moderni che la compagnia avesse mai messo su rotaie.
Qualcuno, in vena dispirazione, si era divertito ad affrescare i suoi vagoni, tanto
da farlo sembrare un grande murales.
Scritte, figure umane, paesaggi e quanto di meglio la fantasia avesse suggerito al
pittore, erano impressi sui fianchi delle carrozze.
Ma il capolavoro era la vettura di testa.
Due file di denti enormi campeggiavano al centro di due labbra esageratamente rosse ed
atteggiate a un ghigno grottesco.
Tuttavia, ciò che catturava lattenzione di quanti vedevano il treno sfrecciare da
stazione a stazione erano gli occhi: due enormi fari gialli... che ora fendevano la nebbia
in quellumida notte di novembre.
Erano in pochi ad aspettarlo alla prima stazione, con le mani sprofondate nelle tasche e i
baveri dei cappotti rialzati sul collo, impazienti di entrare nei caldi vagoni.
E il treno arrivò puntuale.
Da lontano si iniziò a sentire il suo sferragliare sui vecchi binari e il suo ritmo
sembrava dire: tutti in carrozza, tutti in carrozza, tutti in carrozza...
Via via che si avvicinava, il suo ritmo si faceva sempre più incalzante: tutti in
carrozza, tutti in carrozza, tutti in carrozza...
Nessun segno di rallentamento, solo il ritmo sempre più in crescendo, monotono,
ossessivo: tutti in carrozza, tutti in carrozza, tutti in carrozza...
E come un lampo i fari del treno accecarono i passeggeri fermi in stazione. Il ghigno
scomparve dalla bocca che in un attimo si spalancò, scoprendo lenorme e buia
cavità in cui tutti furono risucchiati.
Sono da sempre una appassionata divoratrice di libri dell'horror, con anche la passione di scrivere, di tanto in tanto, qualche racconto ispirato a questo genere letterario. La mia speranza è che a qualcuno possa piacere.