Il muro

Da tempo ormai lavorava su quella parete della villa. Il recupero di quelle maledette pitture a secco gli stava succhiando l’anima. Giorno dopo giorno comparivano zone con strati da eliminare, ed estrarre i dipinti più antichi sembrava sempre più difficile.
Il bisturi lavorava in tondo, instancabilmente, ed un bel giorno gli scappò di mano, ferendogli la guancia.
- Cazzo, la barba me l’ero già fatta, stamattina.
Tamponò, era un taglio davvero stupido. Si fermò, accovacciandosi per cercare una sigaretta.
- Questa merda... sospirava, tirando una boccata.
Un osservatore distratto, ecco cos’era.
La porzione di parete sulla quale stava lavorando si crepò d’un tratto, di qualche centimetro.
Il tempo di finire la sigaretta ed accorgersene che dalla crepa iniziò a fuoriuscire un liquido scuro, simile a sangue. Con il bisturi nuovamente in mano osservava lo spettacolo, cercando di capire cosa stesse accadendo. Gli zampilli rosso porpora cominciarono a moltiplicarsi: il muro sanguinava.
Era terrorizzato, avrebbe urlato se ci fosse riuscito, ma un nodo in gola non glielo permetteva.
- Sto uscendo di testa pensò a voce alta.
La testa gli girava e si sentiva svenire. Per un attimo, gli cadde lo sguardo sulle sue mani; erano cerulee e le unghie avevano assunto una tonalità bluastra.
Il riflesso della sua immagine, trasmesso da un pezzo di lamiera appoggiato alla parete, era allucinante. Una persona smunta e così pallida da sembrare morta.
I polmoni si sbloccarono e questa volta urlò, mentre scappava correndo dalla villa che gli aveva bevuto il sangue, negli ultimi tre mesi.

Sara Palladino