Nel momento
in cui Harry aveva ricevuto la bacchetta dalla fatina decomposta, dopo averla scrutata con
lentezza ottusa, aveva tentato di ficcarsela nel retto, questa operazione lo mutò in
rospo, poi in verme ed infine in un koala ustionato, la vista di un koala ustionato non è
molto piacevole, questo animaletto tenerissimo tutto coperto di pustole e verruche
putrescenti.
La fatina putrefatta allargò le braccia in segno di totale sfiducia e sdegno, poi spaccò
sulla testa piena di croste del koala un'ampolla contenente un liquido rosa.
Finalmente Harry tornò quello di sempre, non che fosse meglio del koala ustionato nelle
sue naturali vesti il timido Harry Splatter, era magro da fare schifo alle locuste,
puzzolente e ricoperto di bubboni contenenti misteriosi liquidi.
Sono anni che ti addestro Harry, e tu ti ficchi la bacchetta nel culo non appena te
la consegno? disse la fata decomposta.
Harry non parlava mai, grugniva timidamente e nella sua vita cercava soltanto di
nascondersi dagli sguardi della gente, aveva forti distorsioni sessuali, in effetti era
cresciuto con una fata decomposta che aveva i vermi nel buco del culo.
Perché con la tua fottuta magia non migliori il tuo aspetto e già che ci sei anche
il mio maledetta megera decomposta?
Questo pensava Harry, ma non osava dirlo, sapeva che la fatina amava la tortura e ne
traeva lubrico piacere.
Io devo partire capisci? Dopo anni di masturbazione con femori e croci finalmente il
conte Buxurrum mi ha invitata fuori per un po di tempo nella sua splendida residenza
nelle paludi del calvario. E se qualcuno verrà da te a chiederti qualcosa, tu che sei il
mio assistente, non puoi farti trovare con la bacchetta magica infilata lì dentro!
Harry annuì timidamente, con lo sguardo spaventato e le membra gelide a causa delle
precedenti, repentine trasformazioni.
Così la fatina decomposta si allontanò sculettante e si preparò con folli completi in
lattice e nylon che stringevano le sue decadenti carni fino a renderla quasi arrapante.
Harry scrutava la bacchetta con il primitivo sguardo indagatore e perplesso, le sue mani
scheletriche maneggiavano con cura lo strumento che pocanzi aveva rivelato tanto
potere.
Cosa farò, cosa farò con tanto potere?
Giunse la fata decomposta, con in mano una borsa e le tette strette in un vertiginoso
corsetto, sorrideva giuliva al pensiero delle sfrenate notti di sesso e tortura con il suo
amato conte Buxurrum.
Allora io vado? disse ciò carezzando il suo allievo schiavo.
Harry annuì ancora, con la solita passiva sottomissione.
Appena la fatina ebbe chiuso la robusta porta alle sue spalle Harry sentì un indicibile
sollievo, finalmente era solo, libero dalle stronzate che la sua insegnante tentava di
rimpinzargli, idiozie che ripeteva da mattina a sera riguardo formule, intrugli e misture.
Ma questa quiete durò pochissimo, poiché Seratia, ovvero la giovane, adolescente nipote
della fata decomposta si infiltrò dalla finestra.
Ignorando completamente Harry, come se questi fosse invisibile, si mise a frugare tra le
ampolle riposte in ogni angolo della stanza.
Dovè, dove accidenti ha nascosto lelisir quella puttana!
Dicendo questo si voltò verso Harry, fissandolo con un intenso, rapace sguardo maligno.
Il povero apprendista incapace non sapeva nemmeno di cosa Seratia stesse parlando,
scuoteva la testa, ebete e imbarazzato.
La ragazza lo afferrò per il collo e con il suo mefitico alito gli urlò in faccia
sprezzante:
DOVE HA MESSO LELISIR DEL PENE ERETTO!!!!!
Avrà portato con sè tutte le dosi, puttana comè lei. Pensò Harry
Splatter, ma lui, ricordiamolo ancora, poteva solo pensare, le sue parole erano strascichi
di fallimento sul cordoglio dellimpotenza.
AVRA PORTATO CON SE TUTTE LE DOSI, PUTTANA COME QUELLA STRONZA DI
MIA ZIA! gridò Seratia con isterismo disumano, ecco, cera arrivata anche lei.
Poi cominciò a fissare Harry con la bocca serrata in una espressione singolarmente
crudele, stava riflettendo.
Tu sei il suo assistente, avrai pur imparato qualcosa ammasso di croste, scava i
manuali e ricava un elisir, verrò questa sera, se non ci sarà la pozione ti faccio
ingoiare pezzi di brace insieme con i teschi che ti scopi di nascosto.
Harry fu imbarazzato da quella affermazione, dunque in tanti sapevano dei teschi.
Seratia andò via senza ulteriori indugi, lasciando lo sconsolato discepolo nuovamente
solo.
Andò subito verso i manuali, cercò ovunque, ma quellelisir doveva essere qualcosa
di veramente segreto, frugò per tre ore senza trovare un bel niente.
Quando ormai la sera era calata il principe infetto bussò alla porta, Harry aprì e fu
accolto da un calcio in petto.
Con fare da nobile duro senza palle il principe infetto varcò la soglia con fasulla,
impettita eleganza, voleva fare il pugile, ma era talmente stronzo che poteva solo
raccontarlo, però bastava poco ad approfittarsi di uno come Harry Splatter, perpetrando
ogni sorta di angherie.
Suppongo che Seratia sia già stata qui, hai preparato quello che dovevi?
Il suo tono e la sua albagia erano veramente vomitevoli.
Fottiti tu e la troietta! Avrebbe voluto dirgli Harry, ma era inerme, sul
pavimento, tremante.
Poi Harry notò la bacchetta, era sul pavimento, poco distante dalla sua presa, così si
allungò e afferrò loggetto magico, il principe infetto lo osservava attonito,
forse quellincapace era riuscito a creare lelisir?
Ma Harry si infilò la bacchetta nel retto, si concentrò con tutte le sue forze, come se
loggetto dovesse fondersi al suo corpo, incapsulandosi in lui, iniettando nelle sue
viscere deliri di magia onnipotente.
Harry stava mutando, in qualcosa di enorme e maestoso, intanto era arrivata anche Seratia,
perplessa urlò:
Cosa cazzo succede qui dentro? Principe infetto, fai qualcosa, mostrami il tuo
pugilato di cui vai tanto parlando!
Harry intanto aveva completato la sua trasmutazione, era un dragone, titanico, aveva
sfondato il tetto della casa, le sue squame dorate con sfumature violette rifulgevano come
sempiterni astri di vendetta.
Staccò un braccio al principe infetto con la facilità con cui si strappa un ala ad una
mosca, poi laltro, poi la gamba destra, poi lentissimissimamente laltra, con
sadica crudeltà, spietata freddezza, il principe era un tronchetto sanguinante, non si
dava più tante arie, anzi, piangeva e implorava pietà.
Poi toccò a Seratia, sventrata in due con forza bruta, ancora semicosciente, in spasmi
dagonia contorta in terra, fino a che il dragone non orinò nello squarcio la sua
orina incandescente, che friggeva gli organi interni dellarrogante fanciulla come
fosse olio bollente.
Soddisfatto Harry sinnalzò maestoso nel cielo, volò con la chiara idea di
distruggere ogni cosa intorno a lui, voleva radere al suolo luniverso con il fuoco
virulento della sua collera infinita, voleva falciare tutti quei bastardi che lo avevano
schernito, bruciare le foreste che lo avevano nascosto, immergere la vita intera nel suo
oceano di fiamme divampanti e tumultuose.
Qualcosa ho imparato da questa magia che credevo essere una cazzata, ovvero che la
forza di volontà è più utile di qualsiasi manuale!
Pensando ciò Harry vomitava fuoco ovunque, si avventava verso il sole, deciso a
inghiottire lastro fulgente che rappresenta lesistenza.