Provate a restare ad occhi chiusi e aspettate che vi fracassino un
bastone sui denti. Non è piacevole, vero? Vi confermo che non lo è. E lo è ancora meno
quando il bastone non ti arriva sui denti, ma su un ginocchio, con una tale forza che lo
fa piegare contro natura, con un rumore di ramo secco spezzato. Così apro gli occhi e la
bocca, per urlare, e una bastonata mi prende in piena faccia, sibilando: mi spacca labbra
e denti, e sento scendere in gola un pastone caldo e grumoso.
Vi chiederete perché ve la racconto così calma e rilassata. Beh, ovvio, perché sono
morto!
Non so di preciso quando, a dire il vero. Ricordo la terza bastonata su quel che restava
della mia bocca. Ricordo le unghie toccare il dorso della stessa mano. Ricordo anche il
mio occhio sfondato da unaltra bastonata. Poi sono svenuto, credo... perché le
pedate le ricordo sempre meno. So solo che non mi colpivano alla testa, perché non
volevano sporcarsi le scarpe. Qualcuno mi ha anche schiacciato i coglioni sotto a un
tacco, ma a quel punto ero già morto, perché lì ricordo tutto perfettamente e niente mi
faceva male. Comunque, se vi interessa, è come schiacciare due uova sode, né più né
meno.
Ora che sono morto sto qui, dentro al mio corpo. E pensare che da vivo credevo
allaldilà! Comunque vedo e sento tutto, eh. Quasi come prima; solo che è come se
vedessi e sentissi attraverso la pelle. Diciamo che mi sono rimasti due sensi su cinque.
Così sto qui, nella cella frigorifera dellobitorio, con le viscere spappolate.
Aspetto lautopsia... i funerali... la sepoltura e continuo a pensare che per 2/5
sono vivo. Cazzo! Se potessi lo farei sapere a tutto il mondo che i cadaveri bisogna
sempre cremarli!