Bruciano le
colline ed il fuoco, alimentato dal maestrale, divora ettari di macchia mediterranea.
Alla sera il Canadair della Protezione Civile deve rientrare: spetta alle squadre di
volontari attestarsi lungo il fronte delle fiamme.
Le quattro ruote motrici che slittano: si scende dal fuoristrada e si
inizia a lavorare di pala e sudore. Alla luce dei fari i volontari indossano guanti spessi
e caschi protettivi.
Volute di fumo strisciano sul terreno; da qualche parte, poco oltre, inzia linferno.
Il caposquadra comunica il piano: un uomo per avviare il modulo antincendio e
proteggere il veicolo; gli altri per formare capisaldi avanzati lungo un immaginario
perimetro difensivo.
- Sapete cosa fare. Nessun eroismo e, mi raccomando, se incontrate la squadra
fantasma non perdete tempo. Fuggite!
Qualche risatina nervosa, più di un'occhiata inquieta e i volontari prendono posizione.
Laria odora di resina, il calore trapassa la suola degli stivali,
fiammelle consumano i rovi.
Il caposquadra corre terrorizzato sulla cenere nera, non pensa più ai suoi uomini, al
fuoristrada, alle case da salvare: per comunicare a voce con i volontari si è perso nel
labirinto del bosco.
Ora, di fronte a lui, un sinuoso mulinello incandescente percorre la radura infiammando
ogni arbusto sfiorato.
Pensa: - Non è un demone, è leffetto convettivo del calore. O, forse, il fuoco è
veramente vivo e assolutamente perfido!
Ma la cosa peggiore è la visione di unintera squadra antincendio, le divise
bruciate, i volti corrosi, in adorazione del vortice splendente.
Occhi liquefatti si volgono a lui, un dito scheletrico lo indica: gli "zombie
si muovono per farlo diventare uno di loro.
Il mattino svela lorrido volto dellincendio: le colline sono incenerite. E un
uomo manca allappello; il cadavere, mai trovato, alimenterà la leggenda della
squadra fantasma, raccontata con malizia dai volontari anziani durante gli
interminabili turni dellantincendio boschivo.