Spesso mi
guardo allo specchio, vedo me e il mio riflesso, due persone allapparenza uguali ma
con due vite diverse.
La mia vita era perfettamente suddivisa in due parti uguali fra loro, equilibrate come una
bilancia.
Due case, due famiglie, due vite completamente differenti, separate luna
dallaltra.
Ma poi, per caso si sono congiunte e lequilibrio fra le due vite si é spezzato.
Un giorno mi alzai, ed assonnato mi diressi in bagno. Feci la doccia
senza badare a lui, la stessa persona che dallaltra parte faceva esattamente ciò
che facevo io.
Mi sedetti sul bordo della vasca, scosso e depresso.
Era passato esattamente un anno da quel maledetto giorno, quando mia
moglie trovò il coraggio di uccidersi. Entrò nella vasca, accese la radio sulla sua
canzone preferita e lentamente la lasciò scivolare nella vasca insieme a lei. Quando mi
accorsi cosa mia moglie avesse fatto, era ormai tardi.
Entrai di corsa in bagno e le trovai morta con un crudele sorriso sul viso freddo.
Mentre questi tristi ricordi massalivano e qualche lacrima
bagnava le mie guance, il mio riflesso mosservava. Alzai lo sguardo verso lo
specchio, mavvicinai, ma lui non si mosse. Pensai davere
unallucinazione, mi lavai la faccia, lasciugai, ma lui stava sempre lì,
immobile sul bordo della vasca. Guardai più attentamente. Ad un tratto ebbi
limpressione di guardare la tv. Al di là del vetro viveva qualcuno, qualcuno come
me, esattamente come me, ma qualcuno che aveva ancora una moglie, una moglie uguale alla
mia! La vedevo lì, dentro la vasca piena di schiuma. Il mio riflesso la insaponava con
cura, la baciava, la coccolava...
Ad un tratto lui si girò, mi guardò con uno sguardo maligno e soddisfatto e disse:
<< Non penserai di uccidere anche mia moglie!?>>
Mia moglie lavevo conosciuta in un giorno di pioggia, fra gli
ombrelli neri gocciolanti e i cipressi del cimitero. Era il giorno più infelice della mia
vita. Avevo perso mia sorella in un incidente automobilistico.
Era molto che rimandavo, eppure, prima di prestarle lauto non mi resi conto di non
aver fatto eseguire la riparazione dei freni. La ripescarono qualche giorno dopo dai
fondali di quel lago color giada, la trovarono ancora allacciata al sedile con un crudele
sorriso sul suo viso freddo. Fu lei, mia moglie, che mi asciugò le lacrime quel giorno.
Mentre questi ricordi tormentavano la mia mente, mi resi conto che il riflesso dello
specchio appeso lungo la parete del corridoio faceva altro di ciò che facevo io. Mi
avvicinai.
Vidi il mio riflesso abbracciare una donna uguale a mia sorella, erano seduti ad un tavolo
in giardino allombra degli alberi a sorseggiare un buon bicchiere di vino.
Parlavano, ma non capivo le parole, poi ridevano. I due salzarono ed accostarono le
sedie al tavolo, poi savvicinarono allautomobile parcheggiata sul vialetto
alberato di casa. Sì, lui aveva ancora una sorella, uguale alla mia. Il mio riflesso
prima di salire sul veicolo mi guardò con un ghigno malvagio e disse: << Non
penserai di uccidere anche lei vero?>>
Man mano che passava il tempo, mi resi conto che quel mio maledetto
riflesso viveva le gioie che io avevo perso con le persone che, in un certo senso, avevo
ucciso io.
Prima mia moglie faceva il bagno, poi mia sorella passeggiava, e lui era sempre con loro.
Un pomeriggio lo vidi ridere con mia nonna, morta sola qualche anno prima in ospedale; io
non ero mai andato a trovarla.
Una mattina la vidi persino che nuotava al mare con mia madre. Lei morì tra le onde
quando avevo dieci anni, ed io non ho potuto nemmeno dirle addio.
Il dolore di tutto ciò che vedevo, era troppo forte, stavo impazzendo.
In alcuni attimi cercavo di convincermi della mia innocenza, in altri provavo ad obbligare
il mio cervello a dimenticare.
Ma poi, quando passavo davanti ad uno specchio, tutti tornavano vivi anche se erano morti
e quellio che viveva al di là di quel vetro non smetteva mai di chiedermi:
Non vorrai uccidere anche loro?
Una mattina di pioggia, preso da un angosciosa gelosia rivolta al mio riflesso, decisi di
reagire. Andai in bagno, dove tutto era iniziato, e mi sedetti sul bordo della vasca.
Lo fissai, e lui fissò me fino a che non prese la sua vita, si alzò e si avvicinò al
lavabo, si sporse sul lavabo e, con un ghigno demoniaco mi disse: Che vuoi fare ora,
uccidere me?
Preso dalla rabbia mi fiondai contro lo specchio con lintento di
romperlo, i miei pugni lo colpirono con tutta la forza che avevo in corpo e più lo
specchio si rompeva, più le mie mani grondavano di sangue, più io non mi fermavo perché
dentro di me sentivo tutti quei profumi a me famigliari che avevo perso per sempre; la
fragranza del bagnoschiuma di mia moglie, lodore del viale alberato, la puzza della
vecchiaia di mia nonna, la salsedine di quel mare nel mese di giugno...
Quando poi le energie mi mancarono, tutta la mia vita sera ridotta a milioni di
vetri conficcati nella mia carne grondante di sangue che disegnava sul pavimento il mio
futuro: la morte.
Il passato delle persone vive nel riflesso dei ricordi; è inutile sperare di dimenticare, ci sarà sempre uno specchio appeso da qualche parte!