Assolutamente perfetta

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2005 - edizione 4

Mi accerto un’ultima volta che le tende siano tirate, voglio vedere il sole domattina. Perfetto. Ora posso pensare a me e complimentarmi una volta ancora per il mio trionfo.
Sono assolutamente perfetta. I miei comportamenti sono sempre controllati, il mio sguardo rivela solo quello che la gente vorrebbe sapere, niente di più. Ho un carattere forte, non ho distrazioni di nessun tipo e niente può incrinare il mio equilibrio.
Certo ho dovuto faticare parecchio per diventare così, ma almeno non so più cosa siano i rimorsi e altri inutili sentimenti simili. All’inizio è stato difficile, ma con il tempo ci ho fatto l’abitudine. Ci si abitua a tutto, anche alla bambina che viene a trovarmi nel sonno per rinfacciarmi di averla uccisa. Non ci faccio nemmeno più caso, si fa in fretta a far tacere petulanti bambini interiori. Il successo esige un pagamento e non accetta rate.

Alla fine mi addormento, non scomodarti a venire piccola.
Quando mi sveglio dovrebbe esserci luce qua dentro, ma le tende coprono il mondo fuori. Sento una risatina leggera vicino al mio orecchio e so già che è lei. Ride ancora e mi fissa, il suo sguardo dolce mette i brividi. Si siede sul mio letto ed io scatto in piedi. In genere a questo punto mi sveglio, ma questa volta atterro sul pavimento o almeno lo farei se non fosse coperto da uno spesso e viscoso strato di sangue.
Cerco risposte sul suo sorriso malvagio, è tutto così maledettamente reale.
Inclina il visino da bambola in una posa innaturale, allunga una mano inconsistente verso di me sorridendo in modo diverso dal solito. Lei non rideva mai. Chi diavolo sei tu?
L’ultima cosa che sento è la sua vocina che sussurra nel buio:
-Ma come mamma, non ti ricordi più di me?

Rossana Arnone

Sono nata ad Asti il 20/03/1988, frequento il 4° anno presso il liceo linguistico di Asti. Amo leggere e scrivere.