Due calde labbra

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2005 - edizione 4

Riuscì ad afferrarla per un braccio. La donna gridò e cadde con la faccia in avanti. Con un guizzo riuscì a voltarsi. L’uomo la sovrastò con un sorriso beffardo.
-La mia troietta!- sussurrò, fissando lo sguardo sul petto generoso della donna.
L’uomo si chinò e le strappò la camicetta. Tirò via pure il reggiseno e l’abbondanza della donna esplose dirompente.
-Non lo fare- balbettò lei.
L’uomo si slacciò i pantaloni.
-Mica male, eh?- gracchiò, piegandosi sul suo petto e avvicinandole la punta del cazzo alla bocca. La donna teneva le labbra strette. La schiaffeggiò con un forte manrovescio.
-Ah- gridò lei, e l’uomo ne approfittò per affondare nella tumida bocca. Il suo uccello la riempì e lei non poté fare a meno di assecondarne i movimenti.

Mentre la donna continuava a succhiarlo l’uomo allungò una mano verso le cosce e tirò su la gonna. Passò un dito sotto gli slip e lo sentì scivolare dentro l’eccitazione di lei. Era già accogliente.
-Ah, lo sapevo che ti sarebbe piaciuto...
Affondò due dita dentro quelle calde labbra. Toccò qualcosa di duro. Sorrise.
-Abbiamo un piercing sulla passerina, eh?
La bocca di lei continuava a succhiarlo, ma il volto sembrò distendersi e se l’uccello di lui non fosse stato così ingombrante, l’uomo avrebbe intravisto un sorriso.
-E brava la troia... Ah!- gridò l’uomo d’un tratto. Strattonò all’indietro e cercò di liberare la mano scomparsa tra le cosce della donna. Sembrava che la fica lo stesse mordendo. Sentì un crak spaventoso quando le ossa della mano si frantumarono. Subito dopo anche il suo uccello venne chiuso in una morsa infernale.
Lanciò un grido disumano.

 

La donna allungò le braccia e lo afferrò alla vita, stringendolo a sé, alle sue due bocche. Non era il massimo, ma erano giorni che non mangiava.

Andrea Franco