Non posso
dimenticare quanto successo il 17 marzo scorso. Stavamo passeggiando nel parco io e Jane.
Quel giorno le avrei detto che mi ero innamorato di un'altra. Ma le volevo bene. Eravamo
seduti, lei chiuse gli occhi in attesa di un bacio. Almeno era quello che credevo, perché
dopo averla baciata mi accorsi che le sue pupille erano rosse. I suoi meravigliosi occhi
azzurri stavano perdendo sangue. In poco tempo il suo dolce viso era diventato
irriconoscibile. Era pallida. Era morta.
Da allora ho cominciato a frequentare il cimitero con regolarità. Sapevo che solo là
lavrei potuta incontrare di nuovo. Ci andavo sempre di pomeriggio e stavo da lei, ad
ammirare la sua foto su quel blocco di marmo fino a sera.
Un giorno, assopito nei miei
pensieri, non mi accorgo che il cancello è stato chiuso. Inutile gridare. Devo passare la
notte là. Comincia a piovere. Vedo unombra. Viene verso di me. Grida che è tutta
colpa mia. Ma io non capisco. Ho paura. Comincio a correre. Corro. Mi volto. È ancora
dietro di me. Ha un coltello in mano. Inciampo. Cado e quella sagoma indefinita non perde
tempo. Senza pietà mi squarcia il ventre e lacera una gamba. È Jane. Mi odia e vuole
vendetta. Con la lama trafigge il mio occhio destro. Qualcuno o qualcosa poi mi stringe le
caviglie tirandomi in basso. Perdo sangue e finisco sottoterra. Mi manca laria.
Ora sono solo lo spirito di quello che ero. Sono un corpo senza ombra, o meglio
unombra senza corpo.
Mi chiamo Irene Dall'Aglio, sono nata il 12 agosto 1992. In passato ho partecipato a concorsi di poesia, tuttora ne scrivo e alcune sono state pubblicate. Mi piace leggere soprattutto thriller, gialli e romanzi rosa.