La donna senza nome

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2005 - edizione 4

Martin credeva di sognare. Era la prima volta che una donna di quella bellezza mozzafiato cadeva ai suoi piedi. Ancora non gli aveva detto come si chiamava ma pareva volerlo assecondare in tutto e per tutto. Fu così che accettò pure di uscire con lui da quel locale, per restare un po’ soli in giardino. Martin era incredulo. Doveva assolutamente immortalare quel momento. I suoi amici sarebbero morti d’invidia. Le propose di farsi fotografare con lui. La donna accettò e Martin attivò l’impostazione automatica. Poggiò la fotocamera su un ramo all’altezza giusta. Si posizionarono tra due alberi, dietro di loro c’era il buio infinito. Il flash dichiarò che la foto era stata scattata. Martin si avvicinò immediatamente al suo dispositivo tecnologico.
Ebbe uno scatto improvviso.

I brividi si impossessarono violentemente del suo corpo, dalla testa ai piedi. Il viso di Martin cominciò a tremare in maniera irrefrenabile. La donna senza nome non era comparsa in quella foto. Lui sì, ma una scia di sangue sgorgava dai suoi occhi. Impossessato dal terrore, Martin alzò lo sguardo verso la donna. Era scomparsa. Riguardò la foto scattata, incredulo. La donna senza nome era nella foto accanto a lui, questa volta. Ma la sua immagine cominciò a movimentarsi. Col suo sguardo misterioso ed inquietante la donna si fece spazio tra il contorno della foto, come per cercare di volerne fuoriuscire. Martin gettò in aria la sua fotocamera e lanciò un urlo che squarciò il silenzio del giardino. Quando si voltò per cercare di scappare si scontrò contro la donna, dietro di lui. Lo guardava mostrando il suo fiero sorriso. Bastarono i suoi occhi a provocargli un infarto. Martin cadde a terra, inerme. Lei lo guardò ancora, sorrise e scomparve nel nulla.
Quella donna, in realtà, un nome ce l’aveva. Quella donna era la morte!

R.C.