Arrivato nella valle, mi bastò seguire lodore del sangue per
trovarlo.
Aveva trasformato il paese in una roccaforte di paura e dolore, e ad accogliermi solo
lodore pungente dei cadaveri abbandonati sulle strade, insieme al silenzio gelido
della morte.
Lì lo incontrai.
Enorme nella sua pelle di fuoco e furore, in un artiglio il corpo martoriato di una donna,
tra le fauci, croccante e delizioso, il cranio di un lattante.
Sorrise vedendomi, poi si lanciò allattacco.
Sapevo che lo scontro sarebbe stato duro, ma non immaginavo quanto; lottai, e nonostante i
suoi artigli velenosi graffiassero le mie carni, tenni duro. Volevo uccidere
quellessere, rispedirlo nella sua oscura dimora, ma i suoi muscoli e il suo odio
alla fine mi sopraffecero, senza lasciarmi scampo.
Poi, allimprovviso, qualcosa cambiò.
Un bambino, impaurito e tremante, aveva scagliato una pietra appuntita
di disperazione, centrando il mio avversario.
Una ferita da niente, ma per un demone un affronto terribile.
Fu solo un momento, un rintocco vuoto di campana, ma per me fu sufficiente. Approfittai
della sua distrazione, e lo colpii senza pietà, accecandolo.
La terra tremò e vomitò fuoco, ma non mi fermai, continuai fino a che il veleno del suo
sangue non annegò la mia coscienza.
Mi risvegliai tra le carezze del bambino.
Il corpo del demone solo cenere e fumo; ce lavevo fatta, nonostante tutto.
Avvicinai a me il ragazzo, e proprio quando la luce di un sorriso sembrò illuminargli il
viso, strinsi i miei artigli sulla sua gola e con un morso gli tranciai la testa.
Risi, e il suono spaventoso della mia voce investì come unonda la gente urlante di
gioia che stava riempiendo le strade.
Spiacente ragazzi, per voi lalba non è ancora arrivata.
Ci sarebbe stato un nuovo imperatore da sfamare in paese, ancora più feroce, ancora più
oscuro.