Laura era
stata troppo tempo rinchiusa col suo dolore, ma quella notte era riuscita a trovare la
forza per uscire. Fu come un brusco risveglio. Doveva andare da lui. Lentamente camminava
in una notte senza luna. Sola e piena di rabbia si dirigeva verso quella casa, dove tante
volte era già andata, incurante dei pericoli che al buio una strada isolata può
nascondere. Non lo vedeva dal giorno in cui l'aveva lasciata. Senza una spiegazione. Erano
passati mesi da allora. Perché le aveva fatto tutto questo? Lui diceva di amarla. Ma
adesso, proprio a causa sua, soffriva immensamente.
Finalmente era davanti a quella porta. Sapeva di trovarla aperta. Quasi strisciando
arrivò alla sua stanza. Il ragazzo appena la vide sentì il cuore arrivargli in gola.
Laura voleva una spiegazione. Sentiva il bisogno di piangere ma le lacrime non scendevano.
Troppa confusione nella sua testa. Non riusciva neanche a parlare. Si avvicinò. Ma lui si
gettò di scatto sul pavimento per sfuggirle. Lui le aveva rubato il cuore e poi lo aveva
schiacciato. E adesso non voleva neanche darle una spiegazione. Questo pensiero fece
infuriare Laura. Perse il controllo e gli si scagliò addosso con tutta la rabbia e la
voglia di vendetta che aveva accumulato in quei mesi.
Si calmò solo quando ebbe il cuore del ragazzo tra le mani. Se lui gli avesse dato una
spiegazione non sarebbe arrivata a tanto. Ma Laura trascurava un piccolo particolare.
Erano passati sette mesi dal giorno in cui la ragazza si suicidò. Adesso era orribilmente
deformata. Le sue carni e i suoi organi decomposti non le permettevano di parlare. A
prescindere dallaspetto il ragazzo non avrebbe comunque potuto capirla. Ma non aveva
più importanza. Adesso Laura aveva preso il suo cuore e poteva schiacciarlo come lui
aveva fatto col suo.