Fin da piccolo ero sempre stato affascinato dall'ossario che si trova sotto la chiesa del mio paese. Proprio dietro alla chiesa, a livello del suolo, ci sono due piccole finestrelle, larghe non più di venti centimetri ciascuna, che si affacciano sulla camera sotterranea di questo ossario. Non so quante volte ho cercato di intravedere attraverso di esse qualche ossa umana, riuscendo però, nel migliore dei casi, ad intravedere soltanto qualche sagoma indistinta nell'oscurità. Un giorno, spinto da un'incontenibile curiosità, andai dietro la chiesa e steso per terra infilai un braccio in una delle due finestrelle, per illuminare con una torcia elettrica quella camera sotterranea. Vidi con stupore cumuli di ossa umane un po' ovunque e rimasi lì ad osservarle per qualche minuto, esplorando l'ossario con il fascio luminoso della mia torcia, scoprendo così che era molto più grande di quanto avessi mai immaginato.
Poi, improvvisamente intravidi una sagoma muoversi nell'oscurità, tentai di illuminarla, ma prima che ci riuscissi qualcosa di freddo e viscido mi afferrò il braccio e cercò di tirarmi giù. Per fortuna la finestrella era troppo piccola perché ci potessi passare attraverso ed anche se ero in preda al panico più totale, riuscii a trovare la forza per liberarmi da quella gelida morsa. Istintivamente mi spinsi all'indietro e fu allora che lo vidi. Fu solo un istante, ma sono certo di averlo visto. I suoi grandi occhi neri sporgenti, la pelle tumefatta da cui fuoriuscivano vermi neri ed i lunghi, affilati denti, mostrati in un ghigno beffardo, mi rimarranno per sempre impressi nella memoria. Mi alzai da terra ed iniziai a correre più veloce e più lontano che potevo. Da quel giorno dormo con la luce accesa. Non ho mai dimenticato quell'essere ed ho paura che anche lui non mi abbia mai dimenticato.