La notte respira piano e i miei passi lenti risuonano come grida insopportabili nelloscurità di questa serata di fine ottobre. In ufficio il lavoro sembra non avere mai fine e lora di tornare a casa non arrivare mai. Così, alle 23.00 di un giovedì sera mi incammino verso la macchina attraversando un portico senza molta luce. Un percorso breve, ma che mi annebbia la mente. I pensieri corrono al lavoro non terminato e alle faccende rimaste in sospeso. Il buio mi avvolge e la lana pesante del giaccone non riesce a scaldarmi, brividi lungo la schiena e una sottile ansia comincia a farsi strada. Sento la presenza di qualcosa, o meglio qualcuno, e correndo verso lauto perdo le chiavi.
Il
tonfo metallico mi obbliga a tornare indietro e sono costretta a fermarmi. Devo fissare un
punto preciso per non perdere lequilibrio, leggere e luminose presenze sembrano
avvolgermi, ma il tremolio e il freddo non mi danno più modo di muovermi. Cosa succede?
Non trovo più le chiavi, eppure le ho sentite cadere. Dove saranno finite?
Listinto mi porta verso un pilastrino, una piccola colonna abbandonata, abbasso lo
sguardo, il mio portachiavi è proprio lì. Dietro le mie spalle una mano gelida mi tocca
sul collo, lasciato scoperto dalla sciarpa di lana, per richiamare la mia attenzione. Al
tocco lancio un urlo sordo, mi volto velocemente ma dietro me solo la notte. Terrorizzata
corro verso la macchina certa di aver veramente avvertito quel freddo glaciale e di non
avere invece immaginato tutto. Cerco le chiavi, ma nelle tasche del giaccone solo
fazzoletti di carta, qualche moneta e lo stick per labbra. Dimprovviso un tintinnio
metallico. Alzo gli occhi e le chiavi sono lì, già inserite nella serratura!
Sono nata nella provincia di Modena, per la precisione a Carpi, il 25 agosto di 27 anni fa. Due anni e mezzo fa mi sono laureata con il vecchio ordinamento in Relazioni Pubbliche alla Iulm (Libera Università di Lingue e Comunicazione) di Feltre (BL) e da quasi due anni mi occupo di giornalismo per diverse testate.