Sweet black diamond

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2005 - edizione 4

La copertina è completamente nera con cinque piccoli geroglifici sbiaditi sull’angolo in basso a destra. Sono i sigilli degli spiriti Malpas, Ose, Paimon, Valefor e Vepar. È l’ultima copia esistente sulla faccia della Terra. Ne ho la certezza. Le ho contate una ad una mentre le distruggevo. I media lo chiamarono il morbo del XXI secolo. Più potente dell’AIDS. Più distruttivo della peste. Un disco. Una melodia dolce e malinconica capace di uccidere all’istante chiunque l’ascoltasse. Oggi, noi superstiti, viviamo in un mondo senza tv, senza radio, senza internet, senza musica. Siamo stati costretti a uccidere le parole e i suoni per la nostra sopravvivenza. È stato come tornare in guerra, come fossimo stati catapultati in un nuovo Medioevo. Abbiamo vissuto mesi di pericolo e terrore, gironzolando per le città e nei nostri appartamenti con i tappi alle orecchie.

Oggi il mondo è un posto più vivibile. Oggi gli esseri umani possono chiedere di più che non trascorrere le proprie vite bombardati da illusioni catodiche. La musica non martella più le nostre menti, la televione e le radio non disturbano più i nostri sonni. Il Grande Fratello è morto e l’uomo è tornato un essere libero. Adoro questo primordiale silenzio. L’ho desiderato per tutta la vita. Per questo ho sacrificato le esistenze di tanti uomini e donne: per salvarli da loro stessi... ho offerto il loro sangue come nuovo suggello di eterna devozione agli spiriti dell’aria, della terra, delle tenebre. Per questo ho inciso Sweet Black Diamond. Ora posso distruggere l’ultima copia del mio capolavoro, la più nobile delle mie magie.

Davide Battaglia