Feci un
respiro profondo. Allungai la mano ed entrai nella stanza. Subito premetti la mia mano sul
viso, c'era un forte odore nauseabondo. Respiravo affannosamente, anche se cercavo di
calmarmi. Osservai la stanza. Non volevo crederci. Sentii uno scricchiolio vicino alla
finestra. Capii che non ero sola. Bene. Entrai nella stanza e, levando la mano dalla
bocca, chiusi la porta alle mie spalle. Ma mi sfuggi un gemito quando mi accorsi che era
stata tutta graffiata con unghie e c'era anche del sangue che luccicava illuminato dagli
ultimi raggi della luna.
-Elena...- Riconobbi la voce. Mi voltai e vidi il viso di Marco che mi fissava
nell'oscurità.
Aveva il viso pallido e scarno, gli occhi brillanti, i capelli neri tutti
spettinati con il gel... sì sembrava lui, ma non lo era. Allungò una mano e me la tese.
Capì cosa voleva fare e cosa avrei dovuto fare io. Esitai. Vedevo ancora in lui la
persona che amavo.
-Vieni con me. Staremo insieme per sempre...- disse. Avanzai verso di lui. Allungai la
destra e gli strinsi la mano. Gelida. Poi lo guardai in volto. Mi sorrideva.
-Mi dispiace- sussurrai. Presi il paletto e glielo infilai nel cuore. Con una lacrima che
mi scorreva il viso aggiunsi -Il mio amore l'ho già promesso a Marco...- e si trasformò
in sabbia. Mollai il paletto e osservai l'alba. Mi massaggiai il collo. Sentii tra le dita
ancora il segno del morso. Alzai lo sguardo. I raggi si avvicinavano e mi toccarono la
pelle, che incominciò a bruciare sempre di più. Non feci tempo ad urlare che diventai
sabbia. Ora ero libera.