Indossai i
guanti in lattice e, brandendo il bisturi, riuscii ad aprire venti centimetri dallo sterno
allombelico.
Le mani tra le frattaglie squittivano, non riuscivo a trovare quel dannato diamante!
Lacerai lo stomaco. Immerso nei succhi gastrici, galleggiava ancora lo scalpo biondo e
stopposo di Jennifer. Gettai quella chioma indigesta e untuosa nella pattumiera. Sciacquai
il corpo squartato, rinfrescai con aria compressa. Lintestino pendeva da un lato
come un cadavere, decisi di reciderne tre metri e lanciai il tutto nella padellina intrisa
dolio, cipolla e curry, Gin avrebbe sicuramente apprezzato quel piatto speziato!
Dovevamo fidanzarci ed a cena le avrei donato quel diamante come pegno del mio amore.
Nulla! Eppure quella ricca verginella laveva al collo quando...
Toc-Toc! Suturai in fretta la ferita con ago e filo gridando Arrivo,
cara!
Era bellissima, il suo unico occhio era felice di vedermi mentre piccoli vermiciattoli
marroni si divoravano nellaltra orbita cavernosa.
Cosa facevi, caro?
Operavo!... forse da vivo ero un chirurgo!
Le salsicce erano ottime.
Produzione propria! le mostrai la ferita fresca sotto lo smoking.
Lhai fatto per me? M'imbarazzò, avrei voluto fare di più, donarle quel
diamante ma quando mangiai Jennifer fui ingordo e...
Sei sexy con quella ferita!
Anche se ero un play-death-boy tossii ugualmente dalla vergogna e, come per incanto, il
diamante schizzò via dallesofago saettendo rapido fino ad incastonarsi
nellorbita di Gin. Il suo sguardo illuminò la stanza.
Mio Dio, io... ti amo! gridò togliendosi i vermetti spiaccicati sulla
guancia. Quindi si spogliò. Il suo seno era violaceo e rugoso: magnifico! Era tanta
leccitazione che un liquido giallo e purulento le sgorgò dalla pancia. Illuminati
dalla caratura del diamante facemmo sesso con quello che rimaneva dei nostri corpi.
Che femmina insaziabile! Dopo diciotto ore finsi un orgasmo ma avevo di nuovo
fame, riposi il diamante e... la sbranai.