Ogni tanto
lo vedo.
Ne sono sicuro, è lui.
E morto tanti anni fa, eppure è ancora qui.
Lo vedo riflesso su qualche superficie e lungo i vetri scuri di casa mia.
Ogni tanto lo scorgo nelle fotografie in bianco e nero, mi osserva, risalta in mezzo a
tutti gli altri parenti morti.
Mi fa paura, il nonno...
E capace di uscire dalle fotografie, anche se mamma dice di no.
Mi spia dalloscurità delle altre camere. Il silenzio pesante alle mie spalle
testimonia la sua presenza dietro di me.
Di notte lo vedo spesso, è lì, in attesa, nella penombra della mia camera... mi chiedo
se ci sia solo lui.
A volte lo sogno: mi osserva a lungo e poi, con uno scatto, spalanca la bocca e con un
rantolo allunga veloce le sue braccia rugose verso di me.
Dicono che i morti rimangono in vita perché devono dirci qualcosa, ma io non voglio
parlare con il nonno.
A volte penso che voglia solo vedere suo nipote... eppure sembra triste, forse arrabbiato.
Non lo voglio nella mia camera.
Stanotte mi farò coraggio, gli parlerò.
Gli dirò che se mi vuole bene non deve farsi vedere, ma ho paura che potrebbe
innervosirsi e non voglio che mi prenda...
Non voglio risvegliarmi ed essere come lui, osservare i miei genitori dallombra, di
nascosto... io voglio bene ai miei genitori.
Forse dovrei dirlo al nonno, magari è triste per questo, perché non glielho mai
detto... Magari se glielo dico mi lascerà stare...
Oppure no?
E tu, lhai mai detto al nonno che gli vuoi bene?