Sono
sveglio. Dio mio quanto ho dormito!
La camera in cui alloggio è buia e riesco solo ad intravedere una finestra ben lontana
dal letto. Ma dove sono?
Mi alzo dal mio letto, il materasso è soffice e non ho cuscino. Pochi secondi, mi
schiarisco le idee e mi risiedo sul materasso. Incubo o sono sveglio per la prima volta
nella vita?
Non so se questa camera ha pareti e se sì quanto sono distanti da me. Giro intorno al
letto per cercare di toccare qualcosa e mi sovviene quel senso di vuoto assoluto, non c'è
assolutamente niente da toccare. Mi allontano dal letto in cui ho dormito e mi dirigo
verso destra tenendo sempre d'occhio la finestra, pochi passi ed il letto alle mie spalle
viene inghiottito dalle tenebre. Ho paura e voglio appoggiarmi a qualcosa di solido, sento
che il pavimento che calpesto con le piante dei miei piedi non è affatto resistente ed ho
voglia di sapere i confini di dove sono racchiuso. Niente, solo buio, faccio fatica a
spingermi oltre; il mio intuito mi dice di tornare indietro fino al letto e ritorno sui
miei passi... non credevo mi fossi allontanato così tanto da dove avevo dormito.
Di nuovo quella sensazione! Sento che c'è qualcosa che mi circonda, che cambia, non è
una presenza è solo la consapevolezza di non essere in un posto "reale" e la
conferma è il fatto che del letto ormai non ne è rimasta traccia. Riguardo la finestra
col timore di non vederla più e di restare in questo posto dove la luce non può
entrare... è ancora lì, lontana chissà quanto.
Devo fermarmi e riflettere, ma cosa? Devo pensare a come uscire da qui o a come ci sono
arrivato? Devo aspettare qualcuno o devo cavarmela da solo? Sono sveglio o sto dormendo?
Non sto dormendo e ne sono sicuro.
Abbasso il capo, sento di avere mani ma non riesco a vederle. Le muovo a toccare il mio
viso, che strano, ho una barba lunghissima che non ho mai avuto, ma da quanti anni sono
qui? Cosa mi è successo?
D'improvviso sento alle mie spalle in lontananza una risata che mi gela il sangue, non
posso sbagliare è quella di una bambina. Non riesco a voltarmi dalla parte opposta della
finestra ho troppa paura, il mio cuore va a mille lo sento. Calmo... ma... aspetta...
respira... ma... ma... COME MI CHIAMO? Dio sto impazzendo! Mio Dio
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH.
Ho il bisogno di vedermi in faccia, devo specchiarmi ma dove? Ho il timore che io non sia
io. La finestra! forse sul vetro posso riflettere la mia immagine.
Calma, è lì, ad occhio e croce saranno 30 metri, cosa può succederti? Calma, un passo
alla volta. Respira profondamente. Calma.
Questa non dovevo nemmeno pensarla... Dimenticati questo pensiero... Non c'è nulla dietro
di te... Nulla! Ecco così... bravo... visto?
Il terreno che calpesto è diventato soffice ma i miei piedi non vi affondano, sembra
quasi che stia camminando su qualcosa di elastico che diventa sempre più morbido come se
il mio peso aumentasse ad ogni passo.
Ci sono quasi, ancora un po' e capirò, forza dai. Inciampo ad un metro dalla finestra, ma
è tanto difficile capire chi sei?
Mi faccio forza con le mani, tocco il muro sottostante alla mia speranza, sì ci sono!
MA CHE CAZZO STA SUCCEDENDO QUI? E' UNO SCHERZO?
La mia voglia di specchiarmi al vetro era di colpo passata, il terrore aveva avuto
vittoria facile sulla ragione, le mie gambe ormai tremano.
Guardo fuori e quello che vedo mi fa restare immobile: il cielo è grigio ma di un grigio
mischiato al nero, piove come non ho mai visto nella mia vita... ma quello che vedo mi fa
impazzire. Piove sangue!
Ingoio la mia lingua, il respiro affannoso si è ormai placato, tendo le mani al vetro
della finestra e mi accorgo che sono di colore nero, proprio come quel buio che mi
avvolgeva, sembrano ombre. Sul vetro si formano scie di sangue lasciate dalle gocce che
cadono. Ingoio ancora.
Guardo fuori, mi sento paralizzato ora. Giù c'è una piazza che sprofonda in un lago
rosso, le case di pietre a cerchio non hanno strade che le dividono, tutto chiuso. Ci sono
luci tra quelle finestre ma non vedo forme di vita. Batto forte i pugni contro il vetro
della finestra per mandarlo in frantumi ma è tutto inutile, ancora una volta, niente.
Volevo gridare fuori da quel posto... ma cosa vedo?
Al centro della piazza c'è una statua, sì la vedo bene adesso, il sangue che scorre sul
vetro mi ha lasciato uno spazio per vedere. Oddio ma quello è... quella statua è... si
è proprio un angelo ma... è orrendo! E' chino sulle ginocchia, con le ali spezzate, le
braccia in alto ed è trafitto alle spalle da una freccia. Sul suo volto è scolpita la
sua sofferenza.
Capisco che da qui non uscirò, la mia è una sensazione che diventa certezza; alzo un po'
lo sguardo e vedo un campanile altissimo che sembra controllare tutto dall'alto, ci sono
varie finestre ed alcune sono illuminate da luce di candele. Il cielo piange ancora
sangue.
Mentre sono assorto dal paesaggio, fisso gli occhi nel vuoto e ancora non so cosa mi
spetta, non è un sogno. Penso ora che tutto quello che ho vissuto era frutto del mio
lungo sonno che avevo fatto su quel letto, sì, deve essere per forza così. Ma possibile
che abbia sognato così tanto?
Riemergo dal mio pensare, ho visto qualcosa muoversi ai piedi del campanile... ma... ah...
ahahah... ahahahahahahah... no non posso crederci... ahahahahah... ma noooo ahahahahah.
Adesso tocca a me, sì sì proprio a me ahahahahahah.
Ahahahahahahahahah, sembra ridicolo... ahahahahahah... era proprio come quando la
descrivevano nei film... ahahahahahah... non ci credo no... ahahahahah... vestita di nero
con un abito che copre tutto il corpo compresa la testa ed una falce in mano
ahuahuahuahuahuahu...
... ma allora è così che si finisce? ahahahahah
... ma allora io sono veramente esistito? ahahahahahah
... ed ho veramente vissuto? ahahahah siiiiiiii
Si incammina verso di me, quindi questo è il momento che arriva prima o poi per tutti? Ne
sono felice che è così almeno... ma aspetta, siiiiiiì il mio nome, certo il mio nome:
Alessandro ahahahahahahah Alessandro ahahahah
Avete mai pensato che quando si muore forse si ha la sensazione di vivere il più bel
giorno della vita? Sì, perchè sono stato vivo, ho vissuto ahahahahahahah.
Mi allontano dalla finestra voltando le spalle e mi dirigo al centro del silenzio... nel
buio dove mi ero svegliato... Sono distante, ora posso fermarmi. Un ultimo sguardo alle
mie spalle: la finestra non c'è più. Non so più ora dove guardo ma forse ho gli occhi
chiusi, no no sono aperti.
Sorrido, mi siedo, incrocio le gambe... ecco sono pronto.