Nome in codice Sara

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2005 - edizione 4

Sara sedette e osservò l’uomo vestito di nero sollevare il telefono. Usava la mano sinistra perchè il braccio destro terminava con un moncherino, incapsulato da un uncino metallico.
-Sono Ghanco, è...
-E’ arrivata?... Bene, bene, portamela.
-Aldilà, il non luogo - Benvenuti - recitava il cartello, scritto a grossi caratteri viola. Sara sbirciò oltre la parete di vetro e vide le due bionde Entità che si tenevano per mano: identiche, aspetto dimesso, carnagione esangue, unghie lunghissime laccate di nero. Con Sara, che pure era bionda, non avevano niente in comune.
Erano state loro a contattarla nel pub dove lavorava. Abbiamo una proposta da farti, le dissero sollevandola dalla pozza di vomito scuro su cui era scivolata. Cerchiamo anime... in cambio offriamo un’altra vita, e si può scegliere quale.
Sara si era fatta lasciare il biglietto da visita con sopra la data dell’appuntamento, era curiosa e in fondo che le importava dell’anima se l’alternativa era una vita migliore...
Entrò. La stanza era in penombra e faceva freddo, vedeva il respiro condensarsi al contatto dell’aria.

Un brivido le percorse la schiena quando focalizzò Mefisto. Il mantello gli scendeva giù fino agli occhi, e i lineamenti erano appena intuibili nel gioco d’ombre delle pieghe di stoffa.
-Brava!- la rassicurò. -Io sono il Male e il Bene, queste le due Entità che mi rappresentano- e indicò le bionde.
-... procediamo! - ordinò.
Ghanco le si parò davanti con l’uncino arroventato che friggeva. Uno sfrigolio di circuiti, poi tutto quello che Sara aveva amato sparì per sempre.
-Diavolo di un Mefisto, un piano davvero eccellente- si complimentò Gancho, l’acchiappandroidi.
Spuntò il nominativo: Ky 3123 - nome umano Sara e osservò il demone, con il tridente alzato a mò di saluto, sparire in una spirale di fuoco.

Fiorenza Flamigni