Bernardo
attese la notte per intrufolarsi nella chiesa del paese, in cerca di una verità. Al
calare delle tenebre, le orde di fedeli invasati e di giornalisti in cerca di scoop, si
erano dileguate: ora, finalmente, il momento era arrivato.
Si diceva che ogni cento anni una statua di marmo bianco, raffigurante la Vergine di San
Bartolomeo, trasudasse sangue. Alle prime luci dellalba il tempo sarebbe scaduto, ma
del miracolo nessun segno. La Madonna non si decideva a sanguinare e quel ritardo sembrava
innervosire i pingui prelati della curia locale; perché dopotutto, per un piccolo paese
di provincia, il miracolo del sangue era un ghiotto affare. Levento mediatico -
capace di prevaricare la logicità del buon senso - aveva spinto centinaia di fedeli e
semplici curiosi a riempire stanze di alberghi e cassette delle offerte.
Papà glielo aveva ripetuto spesso: ricorda Bernardo che solo la gente ignorante
crede a queste baggianate!
Così, col paterno ammonimento che gli balenava in testa, il ragazzino entrò nella chiesa
fermandosi in prossimità della sacra raffigurazione scultorea. Il volto sofferente della
Vergine lo metteva a disagio. In ogni caso - spinto dalla curiosità dei suoi nove anni -
Bernardo scavalcò le transenne, arrampicandosi su curve sinuose di marmo bianco. Poi,
afferrando il viso della statua, sibilò: Avanti, dimostrami che Papà si sbaglia!
Fammi vedere il tuo sangue!
Il volto marmoreo tramutò in ghigno malefico. La bocca della statua si spalancò
mostrando lucenti fauci metalliche. Centinaia di candele, ultimi barbagli tremolanti di
una fede in declino, si spensero. Laria tramutò in vento gelido mentre la
cosa, intrappolata nel marmo, inghiottì il piccolo Bernardo.
La mattina seguente, gli occhi estasiati dei primi fedeli si sarebbero posati su un volto
angelico schizzato di sangue. Allora le campane avrebbero suonato a festa annunciando, una
volta ancora, lavvenuto miracolo...