Luna piena!
Legata, mi guardava con quegli occhi acquosi, simili a biglie di vetro.
Affilai il coltello, sorridendo pigramente.
La guardavo.
Assaporavo il terrore che pervadeva il suo corpo.
Aveva paura e io ne godevo.
Una goduria cerebrale, simile a quellattimo prima dellorgasmo.
Pregustavo la lama fredda che sarebbe affondata in quelle carni tenere. Laroma del
sangue che sarebbe sgorgato a fiotti densi come il magma di un vulcano di vita. Sentivo
leccitazione salire vertiginosamente dentro me, come mai avevo provato prima.
Lavrei squartata dalla vagina, verso quel seno prosperoso, tagliando pelle, carne,
fasci muscolari, salendo verso il cuore, che avrebbe continuato a battere, a far schizzare
lontano, getti caldi di sangue color fegato. Avrebbe urlato e lurlo gli si sarebbe
spento in gola, piano, affievolendosi in un alito di vita che sarebbe sfumato lento,
spegnendosi per sempre. Dalla finestra socchiusa saliva il frizzante aroma dellerba
tagliata.
Lannusai.
Un profumo di vita che minebriava la mente.
Non ero mai stato tanto vivo, come ora che mi accingevo a togliere la vita ad un essere
umano. La continuavo a fissare; sentivo i canini crescermi in bocca, la peluria riempirmi
il corpo, avevo fame del suo dolore. Il suo viso dalabastro tra poco sarebbe mutato
in un rantolo di pura agonia. Lultima pagina del libro della vita. LA SUA!
IL GIORNO DOPO
Ironia della sorte! Lui Era là, come un uomo normale, di fronte alla bara della
donna, circondata di fiori, con laria intrisa dincenso, a raccogliere abbracci
e condoglianze.
Un infarto! aveva detto il medico.
Il cuore si era fermato un attimo prima che il coltello assaporasse le sue carni, che lui
banchettasse. La slegò e la rivestì, prima di chiamare lambulanza.
Quanto è sottile la linea che divide un moderno lupo mannaro da un povero vedovo! Pensò.