Ironia della sorte!

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2005 - edizione 4

Luna piena!
Legata, mi guardava con quegli occhi acquosi, simili a biglie di vetro.
Affilai il coltello, sorridendo pigramente.
La guardavo.
Assaporavo il terrore che pervadeva il suo corpo.
Aveva paura e io ne godevo.
Una goduria cerebrale, simile a quell’attimo prima dell’orgasmo.
Pregustavo la lama fredda che sarebbe affondata in quelle carni tenere. L’aroma del sangue che sarebbe sgorgato a fiotti densi come il magma di un vulcano di vita. Sentivo l’eccitazione salire vertiginosamente dentro me, come mai avevo provato prima. L’avrei squartata dalla vagina, verso quel seno prosperoso, tagliando pelle, carne, fasci muscolari, salendo verso il cuore, che avrebbe continuato a battere, a far schizzare lontano, getti caldi di sangue color fegato. Avrebbe urlato e l’urlo gli si sarebbe spento in gola, piano, affievolendosi in un alito di vita che sarebbe sfumato lento, spegnendosi per sempre. Dalla finestra socchiusa saliva il frizzante aroma dell’erba tagliata.
L’annusai.
Un profumo di vita che m’inebriava la mente.
Non ero mai stato tanto vivo, come ora che mi accingevo a togliere la vita ad un essere umano. La continuavo a fissare; sentivo i canini crescermi in bocca, la peluria riempirmi il corpo, avevo fame del suo dolore. Il suo viso d’alabastro tra poco sarebbe mutato in un rantolo di pura agonia. L’ultima pagina del libro della vita. LA SUA!

 

IL GIORNO DOPO…
Ironia della sorte! Lui Era là, come un uomo normale, di fronte alla bara della donna, circondata di fiori, con l’aria intrisa d’incenso, a raccogliere abbracci e condoglianze.
Un infarto!” aveva detto il medico.
Il cuore si era fermato un attimo prima che il coltello assaporasse le sue carni, che lui banchettasse. La slegò e la rivestì, prima di chiamare l’ambulanza.

 

Quanto è sottile la linea che divide un moderno lupo mannaro da un povero vedovo!” Pensò.

Roby Paglianti