Anime dannate

Emerse dalle tenebre.
Un cavaliere avvolto da un mantello nero su di un cavallo color del piombo.
La strada flagellata dalla pioggia. Accanto alla via, corvi neri gracchiano beccando e strappando carne da corpi inermi, distesi sul selciato.
Mietitori di morte.
Il cavaliere li oltrepassò senza fermarsi. La spada pendeva dal fianco sinistro e toccava l'armatura del cavallo. La guerra era passata anche da lì.
L'unico obiettivo delle creature era quello di macellarsi gli uni con gli altri.
E macellare gli umani, fu il pensiero del cavaliere.
Il mantello inzuppato dall'acqua, rendeva lenti i movimenti. Un urlo di donna si alzò nel cielo nero. L'uomo guardò avanti a sé e vide una giovane ragazza in ginocchio nel fango. Piangeva. Le braccia aggrappate ai brandelli di quello che prima doveva essere il suo uomo.
Morte era venuta e morte era passata.
Il cavaliere passò indifferente. La donna si alzò di scatto e si aggrappò agli stivali neri.
L'uomo a cavallo appoggiò una mano sulla testa della donna e sussurrò delle parole. La giovane si spostò e giunse le mani nell'atto di pregare.
Morte e desolazione, il pensiero fisso del cavaliere.
Le mura di una piccola città si stagliarono all'orizzonte. La pioggia frustava l'uomo e l'animale senza tregua. I due entrarono in città. Una piccola chiesa, semi-distrutta, giaceva al centro dell'agglomerato cittadino. Il cavaliere la raggiunse e si fermò a pochi passi dal portone.
Il deserto intorno a me.
Il prete scese da cavallo e si aprì lentamente il mantello. Una croce d'argento, legata al collo da una grossa catena, riflesse un po' di luce.
Iustitiae Deus, pregò in latino l'ecclesiastico vestito di nero.
Un rumore fece alzare la testa dell'uomo. Un'ombra all'interno della chiesa. Il cavaliere coprì i pochi metri che lo dividevano dall'ingresso. Entrò al riparo dalla pioggia. Il buio era opprimente, l'aria pesante. Preghiere in latino ruppero il silenzio. Due occhi fissarono la figura del cavaliere; un essere dall'aspetto umano emerse dall'ombra. Il prete lo guardò con odio e notò il marchio delle creature sul collo. Estrasse la spada dal fodero. L'essere che gli stava di fronte, snudò i lunghi denti aguzzi e scattò in avanti pronto a colpire alla gola. Il cavaliere fece un passo in avanti alzando la spada dal basso verso l'alto. Il vampiro si fermò di colpo; uno squarcio dal pube all'attaccatura dei capelli eruttò sangue. La creatura incespicò e cadde al suolo. L'uomo vestito di nero toccò la croce d'argento ed uscì dalla chiesa.
Morbo appestante che uccide l'uomo.
Pioggia raggelante, vento ululante nella notte. Il prete si coprì con il mantello e risalì sul cavallo. La notte era ancora lunga e le creature da "salvare" tante. La strada che portava al cimitero era distrutta, pozzanghere e rovi invadevano l'acciottolato. Il cancello che separava il "luogo dei morti" dal "luogo dei vivi", era stato staccato e gettato a terra.
L'inferno è sulla terra.
Alcune lapidi erano state capovolte; alcune erano addirittura scomparse. I cimiteri erano i luoghi preferiti dalle creature. Il buio era agghiacciante. Due ombre sulla destra. Il prete toccò la croce; pregò in latino ed estrasse la spada. I vampiri si mossero fulminei. La spada scintillò nel buio. Le tre figure si ritrovarono a danzare nella notte; la lama disegnava strane figure nell'aria. Qua e là il ruggire delle creature. I vampiri si avventarono sul prete che indietreggiò. La terra improvvisamente si aprì. Il cavaliere fu risucchiato dalle tenebre. Cadde pesantemente. L'aria sapeva di morte, decomposizione, umidità. Il respiro si fece pesante.
In nomine Patrii... Filii...
Il prete si rialzò a fatica. Il fiato appestante di una creatura.
Un grido.
Le mani del vampiro sulla gola dell'uomo; schiacciano e premono, l'aria esce dai polmoni. Le mani del prete cercano invano di allontanare la creatura. Troppo potente. La gola stretta in una morsa d'acciaio. Ad un tratto, altri due vampiri calano nel buco. Sei occhi puntati sulla gola del prete. Con un ultimo sforzo, il cavaliere si apre il mantello. La croce d'argento splende nel buio della cripta. Il vampiro lascia la presa e urla di sdegno. L'aria rientra nei polmoni ormai vuoti. La mano ritrova la spada. Sangue sprizza sul muro. Una creatura cade nella terra. I due vampiri rimasti si guardano atterriti. La spada cala facendo disegni con il sangue. Ansimante, il prete ripone l'arma nel fodero. Gli occhi ormai abituati alla penombra, intravedono una luce fioca provenire dal fondo di un corridoio. Con le gambe pesanti e il fiato corto, il cavaliere s'incammina verso la luce.
Tanfo e morte aleggiano nell'aria.
La falce della Signora in nero è passata anche da qui, pensa il prete trascinandosi stancamente.
Il corridoio termina bruscamente in una cripta enorme. Ragnatele decorano i muri. L'uomo si avvicina ad una tomba di marmo su cui campeggia la scritta "LE ANIME DANNATE REGNERANNO INDISTURBATE".
Un fruscio alle spalle. Ombre semi-umane, danzano sui muri.
Il prete sfila lentamente, con gesti voluti, il grande mantello nero che cade a terra. La croce tintinna sul petto.
Il Master Vladimir sussurra parole demoniache mentre il prete prega in latino.
I capelli neri di Vladimir toccano le spalle possenti; gli occhi castani guardano con odio e sicurezza il prete.
"Ti stavo aspettando" proferisce con voce profonda Vladimir.
Il tempo sembra fermarsi. Il corpo muscoloso del Master è completamente immobile; i due si studiano per un tempo immensamente lungo. Le gambe del vampiro scattano. Il cavaliere estrae la spada che scintilla nella debole luce prodotta dalle lanterne.
Il vampiro estrae uno stiletto dalla giubba di cuoio. Le due lame entrano in contatto; scintille balzano in tutte le direzioni. I respiri diventano affannosi.
Il prete sposta il peso sulla gamba destra e colpisce dal basso verso l'alto. Il Master salta come un gatto verso sinistra e lo stiletto penetra la carne dell'uomo appena sotto le costole. Il cavaliere riprende a pregare in latino.
Le anime dannate regneranno indisturbate...
... non questa sera.
Una torcia si spegne. Altre ombre mefistofeliche si aggiungono alla danza.
Il sangue cola sulla camicia nera del cavaliere. La mano guantata stringe più forte l'elsa della spada. Con un ruggito, Vladimir salta addosso al prete. Le lame entrano di nuovo in contatto. La spinta del Master è così violenta da far cadere l'uomo; la spada sfugge di mano scivolando sul marmo sporco di sangue e muffa. La litania in latino cessa; le varie cicatrici del cavaliere bruciano come fuoco su tutto il corpo.
Dammi forza... dammi sicurezza...
Il vampiro si avvicina con passi lenti; un sorriso si dipinge sulla faccia scheletrica. Lo stiletto penetra nella spalla sinistra del prete, perforando le ossa. La bocca si apre mostrando i denti aguzzi. Il Master si avventa alla gola dell'uomo; rivoli rossi scivolano lungo il collo.
Tutto giunge al termine...
Il vampiro urla di dolore e lascia la presa; la mano destra va a toccare l'ustione appena dietro la nuca. Gli occhi si dilatano per lo sgomento; il cavaliere si rialza a fatica da terra. Sporco di sangue, sfinito per le battaglie e la perdita del fluido vitale, guarda Vladimir negli occhi e sussurra: "Salutami le tue anime dannate e digli che presto porterò via anche loro".
L'uomo con un ultimo sforzo si butta sul vampiro calando la croce sulla faccia. Urla oscene percorrono i corridoi della cripta. Sanguinante, il Master barcolla all'indietro, toccandosi la faccia bruciata. Una lama penetra nel costato fino al cuore: un sussulto, un fiotto di sangue che esce dalla bocca; il corpo che si affloscia sul marmo umido. Il cavaliere butta per terra lo stiletto usato da Vladimir, ormai privo di vita.
Chissà se ne ha mai avuta... di vita...
Barcollando il prete si porta verso l'esterno della cripta; ombre semi-umane che danzano sui muri seguendo quella figura ormai priva di forze.

Claudio Bertolotti