Idi di marzo 44 A.C.

LA VIGILIA
"Marco Lepido, se davvero tu mi chiedi quale sia la morte migliore, allora io ti dico che ad ogni altra ne preferisco una rapida e improvvisa"

 

LE IDI
Questo maledetto peso sul petto non vuole abbandonarmi... sono un superstizioso, lo riconosco... e le suppliche di Calpurnia mi rimbombano nella testa, perché so che quando mia moglie trascorre la notte tra tristi presagi troppo spesso ha ragione... maledizione, devo far presto! È quasi la quinta ora, i Senatori mi stanno già aspettando... non ho paura, non ne ho mai avuta... ma temo di sfidare la Fortuna... gli Dèi si sono opposti, il vaticinio è stato sfavorevole... eppure sto andando in Senato, per di più senza gli Ispanici come scorta...
Giunio Bruto ha ragione: l'idea di mandare Marco Aurelio ad annullare la seduta avrebbe scatenato l'offesa dei Senatori. Mi ha convinto, non posso non andare al Senato. Sono sempre meno le persone che posso tenere in fede e Bruto è una di queste... un vero amico, quasi un figlio... merita pienamente la nomina a secondo erede del mio testamento.
Ecco la Curia... devo sbrigare velocemente i rituali religiosi... voglio incontrare i Senatori e tornarmene a casa a rassicurare Calpurnia.

Ho il fiatone... maledizione, i miei cinquantasei anni si fanno sentire... mi siedo tra i saluti e le acclamazioni, mi stanno tutti intorno come mosche fastidiose... falsi...
E adesso cosa vuole Cimbro Tillio? No Tillio, non ora, non oggi... ne parleremo un'altra volta... lo allontano con il gesto di rinvio... ma... che gli prende? Mi ha afferrato per la toga! C'è confusione, fermento intorno a me... avverto una presenza alla mia sinistra... mi volto...
... un dolore lancinante, la mia toga è violata da un fiotto di sangue... non sento più la gola... sono stato accoltellato al collo... riconosco il gelo della lama che mi trapassa le carni...
"Veloce, reagisci! Reagisci! Cerca di alzarti! Attento!" mi dico.
Ecco il braccio di Servilio Casca, stringe ancora nella destra lo stiletto... afferro il suo stesso braccio e affondo lo stiletto nel suo fianco fino a trapassarlo... maledetto traditore, maiale!
Grandi Dèi, un altro colpo! Stavolta lo sento trapassarmi la schiena... che cosa sta succedendo? Non riesco a rialzarmi... ancora un colpo... .quanti sono? E chi sono?
Sento i sensi abbandonarmi... sta arrivando la Morte... sono stato tradito... mi copro la testa con la toga e la distendo fino ai piedi... Morte, non ho paura... voglio solo dignità, non voglio morire nudo..
Sento le mie carni urlare di dolore, l'elasticità della pelle, ormai violata dai fendenti, smembrarsi... sento il sangue colarmi lungo il collo, sulla schiena... le tempie pulsano ferocemente mentre i suoni diventano ovattati... le scene davanti ai miei occhi sembrano sbiaditi papiri che si susseguono srotolandosi in un tempo infinitamente dilatato, mentre sento le lame infierire sulle mie carni, ancora e ancora...
Bruto... è il volto di Bruto... "Non piangere per me, figlio mio" cerco di dirgli... ma vedo nei suoi occhi la ferocia... e un ghigno malvagio... lo vedo impugnare lo stiletto... lo sta alzando su di me... grandi Dèi... è Bruto... anche Bruto... mi coglie lo sconforto... raccolgo ogni mia energia, sputo fuori la mia disperazione in un suono misto al sangue che invade la mia gola...
"Anche tu Bruto, figlio mio"
Lo vedo esitare... no, sta colpendo.. ecco... muoio...

Valchiria Pagani