La superiora, suor
Maria, entrò nella piccola biblioteca. Tre suore erano al lavoro sui
numerosi libri sparsi ovunque; una quarta, la più giovane, piangeva riversa
su un tomo antico.
- Come procede?
- Sono ore che studiamo, ma siamo ancora in alto mare.
- Continuate; prima o poi a qualcosa arriverete. Che mi dite di sorella
Lucia, qui?
- Non ci faccia caso. Ogni tanto piange, ma poi si rimette al lavoro.
- Molto bene. Continuate così.
Uscendo, si trovò davanti suor Gina, pelle ruvida e fisico da lottatore di
wrestling.
- Superiora, noi siamo pronte.
- Ottimo.
- Vuole venire a vedere?
Suor Maria la seguì lungo il corridoio e su per le scale. Al secondo piano,
sentirono battere. Due sorelle erano ferme davanti a una porta.
- Che succede? - le chiese, avvicinandosi.
- Sorella Clara è morta, così l'abbiamo chiusa a chiave.
La porta vibrava sotto i colpi. Si sentiva un rantolo venire dall'altra
parte. - Sarebbe meglio metterci davanti un mobile. Non si sa mai.
- Sì, madre.
La superiora e suor Gina ripresero le scale e uscirono sulla terrazza.
- Vede? - disse suor Gina. - Abbiamo preparato i sassi, la scala a pioli e
le corde. Siamo pronte.
Suor Maria si avvicinò al parapetto e guardò di sotto. Lo stretto vicolo fra
il convento e l'edificio medioevale di fronte era pieno di gente che
sgomitava. Si andava dalla morte recente all'avanzato stato di
decomposizione. Ogni tanto qualcuno apriva la bocca ed emetteva dei suoni
incomprensibili. Un uomo alzò la testa e la vide. Tese le mani verso l'alto
e si mosse come per saltare, ma non riuscì nemmeno a staccarsi da terra.
- È Luigi - disse suor Gina.
- Eh sì. Solo ieri era venuto a ripararci una tubazione...
- C'è anche la ragazza che ci portava la posta.
- Dove? Ah, sì. Eccola.
Rimasero per qualche momento a guardare quella folla impazzita, poi sorella
Gina disse: - Come le dicevo, noi saremmo pronte. Liberiamo il vicolo
tirando i sassi, poi entriamo nel palazzo da quella finestra in alto. Da lì
costruiamo un ponte di corde per fare avanti e indietro quando vogliamo. Da
qualche parte, lì dentro, ci dovrebbe essere il magazzino del negozio di
alimentari.
- Potreste incontrarne altri, nell'edificio.
- Lo so. Ma noi siamo cresciute in campagna. Siamo abituate a uccidere gli
animali. Però dobbiamo sapere se questi lo sono. Altrimenti non possiamo
nemmeno lanciare i sassi.
- Quelli che erano già morti sicuramente sono senz'anima. Quelli che invece
sono stati contagiati da vivi, be'... ci stiamo ancora lavorando. Potreste
iniziare dagli altri.
- Impossibile! Non sempre si distinguono. E poi sarebbe inutile. Finché il
vicolo non è vuoto, non possiamo passare.
La superiora scosse la testa. - Quattro sorelle stanno studiando la
questione teologica, giù in biblioteca. Appena concludono qualcosa vi farò
sapere.
- E poi...
- Sì?
- Io e suor Rita dovremmo spezzare la clausura.
- Non ti preoccupare. Vi darò una dispensa per uscire. Quello è il minore
dei nostri problemi.