Il caldo era insopportabile. Gli uomini erano attaccati gli uni agli altri. Flavio si stava oliando il corpo e massaggiando vigorosamente i muscoli. Sudore colava dalla fronte. Guardò la piccola armatura da gladiatore posta sul tavolo di fronte. Ormai privo di paura, guardò i nuovi ragazzi che tremavano, invocavano dei, pregavano i propri antenati, chi, addirittura si orinava addosso dalla paura. Flavio, soprannominato il Boia dai gladiatori, guardò il piccolo cunicolo che portava alla porta principale, quella che dava allarena. Era lultimo combattimento per il boia, dopodiché la libertà. Il gladiatore si fermò un attimo a ripensare alla sua vita prima di diventare il boia. Flavio, non era romano, non era neppure uno schiavo, Flavio veniva dal futuro.
Non avevi detto che era lultima? Dove ti hanno assegnato
questa volta? Sbraitò Laura, giovane consorte di Flavio.
Non è colpa mia!. Mi mandano in Africa! Un gruppo di terroristi ha preso in
ostaggio dei turisti in un tempio egizio di recente scoperta archeologica.
In Africa! In Africa! Che cazzo. Ribatté inferocita la ragazza, alzandosi dal
divano.
Ti giuro che questa è lultima missione.
Sì... sì... come no! Laura se ne andò sbattendo la porta. Flavio si alzò e
preparò la valigia. Quando tornerò a casa le sarà passata pensò amaramente
prima di uscire di casa.
Atterrò in un piccolo paese polveroso, arido e caloroso. Fu accolto da
un ragazzo in uniforme che lo scortò alla città più vicina. Il sergente
spiegò la situazione a Flavio e lo congedò. Il ragazzo si ritirò nella camera che gli
era stata assegnata e riposò qualche ora.
Alle 22,00 p.m. Flavio indossò la tuta nera, stivali, elmetto con visore notturno,
giubbotto antiproiettile ed armò il fucile m-15. Fu portato a 10 km di distanza
dallobbiettivo: il tempio con i terroristi. Flavio lavorava da solo, da più di
dieci anni e tutti si aspettavano il meglio da lui.
Sinerpicò per un sentiero che portava alle spalle del tempio egizio. Gli stivali
affondavano nella sabbia. Dopo 15 minuti di marcia, intravide il grande tempio sorretto da
colonne altissime. Un obelisco alto più di 15 metri, torreggiava di fronte
allentrata. Indossò il visore notturno. Aveva ancora otto ore di tempo, prima che i
terroristi facessero esplodere tutto. Si avvicinò il più possibile allentrata per
studiare la situazione. Vide quattro uomini armati di un ak-47 Kalasnichov, imbottiti
desplosivo. Da lì non si passa ragionò Flavio. Fece il giro del tempio
ed individuò una piccola entrata ai piedi di una statua. Strisciò allinterno e si
fermò sentendo una voce. A circa 20 metri dalla sua posizione, un terrorista stava
parlando con un telefono satellitare. Il guerrigliero spense il telefono e lo posò a
terra. Flavio prese la mira e sparò un colpo alla testa delluomo. Cadde senza fare
rumore. Il militare si alzò da terra e guardò attraverso il visore, in cerca
daltri terroristi. La stanza era vuota. Mancavano ancora sei terroristi
allappello. Flavio entrò in una piccola stanza, scarsamente illuminata da una
torcia a parete. Vide due uomini parlare tra loro. Erano armati. Il militare si posizionò
dietro una statua e sparò due colpi ravvicinati. I due uomini caddero a terra. Flavio si
avvicinò ad uno dei due terroristi. Probabilmente i due stavano discutendo di una strana
incisione sul muro. Vi era incisa la forma di una mano e tutto intorno strani geroglifici.
Si tolse un guanto e avvicinò la mano al muro. Appoggiò prima le dita. Quasi subito la
testa si fece pesante. Si allontanò di qualche passo dallincisione e il capogiro
passò. Sorpreso, Flavio vi appoggiò lintera mano. Una luce abbagliante lo accecò
e subito perse i sensi.
Si svegliò fradicio, immerso nella sabbia. Alzò gli occhi al cielo ed
emise un grido. Un uomo con un elmo enorme, ricoperto da piume, lo guardò dallalto.
Cercò il fucile ma una lama alla gola lo fece desistere. Arrivò un altro uomo, scuro di
pelle, con una cassa toracica che sembrava un barile. Si fermò accanto allaltro e
disse qualcosa in latino. Latino?! Pensò sconvolto Flavio. Ma chi cazzo
sono questi? Non sono i terroristi ragionò tra sè. Luomo dalla pelle più
scura lo alzò da terra e prese il fucile. Lo guardò per un attimo poi lo passò al suo
amico. Chi sei? Come ti chiami? Perché sei vestito in questo modo? Chiese con
aria truce, sempre in latino.
Per fortuna conosco bene anche questa antica lingua si ritrovò a pensare
sorpreso. Chi siete voi? ribatté Flavio. Luomo lo guardò sorridendo e
affermò in quella lingua ormai dimenticata, usata solo nei licei: Siamo
gladiatori.
Alle prime luci dellalba Flavio fu svegliato rudemente. Due
uomini lo alzarono dal pagliericcio e lo trascinarono fuori dalla piccola cella. Vestito
solo di un perizoma, fu portato al centro di uno spiazzo. Luomo dalla pelle scura lo
raggiunse. Ormai ti trovi qui ragazzo e con noi resterai fino allultimo!
Allenati perché tra due nundinae inizieranno i munera e dovrai partecipare anche
tu.
Flavio sorpreso, cercò di controbattere ma luomo gli mise in mano uno scudo enorme
e disse con aria sorniona: Da oggi giovane uomo sei un Secutor.
Gli allenamenti furono durissimi ma ancora più duro fu il primo scontro nellarena contro un retiarius munito di una rete e di tridente. Flavio entrò nellarena tremante, lo scudo e il pugnale sembravano pesantissimi. La folla urlava eccitata. La sabbia era già sporca di sangue. Il sole picchiava sullelmo facendolo riscaldare. Il retiarius entrò da una porta laterale e si diresse verso il pulvinar. Alzò la mano in saluto e disse: morituri te salutant. Larbitro guardò storto Flavio aspettandosi il saluto. Il secutor si portò sotto il pulvinar e salutò il governatore di quella provincia il quale, lasciò cadere un fazzoletto bianco. Il retiarius si scagliò subito verso Flavio il quale colto di sorpresa fu ferito al braccio che teneva il pugnale. Imprecò tra sè. Alzò lo scudo come gli avevano insegnato in quelle due settimane daddestramento. I due girarono in tondo per un po. Flavio intuì che il nemico stava per attaccare alla sua sinistra, al braccio ferito, ed intercettò il tridente con lo scudo inclinandolo verso il basso. Il tridente finì la sua corsa nella sabbia. Flavio veloce come un fulmine gli girò in torno e lo decapitò senza chiedere permesso al governatore. La folla rimase in silenzio per qualche secondo, poi scoppiò in un grido esultante. Il governatore non prese nessun provvedimento. Fu lì che venne soprannominato il boia.
Salute Flavio. A chi stai pensando? A Laura? Domandò un
gladiatore seduto accanto al secutor.
Stavo pensando alla mia vita, Marco. Tante cose sono cambiate! Sospirò in
tono di rammarico. Erano passati quasi dieci anni da quando si era ritrovato nella scuola
per gladiatori. Da allora, il suo unico pensiero, era rivolto a Laura e al modo per poter
tornare a casa.
Flavio! Tocca a te! Sbraitò un uomo vicino alla porta principale. Il secutor
si alzò lentamente, indossò lelmo ed entrò nellarena.
La folla gridò il suo nome. LAnfiteatro Flavio, conosciuto poi come Colosseo, era
immenso. Centinaia di gladiatori vi avevano combattuto, ma in pochi morirono su quella
sabbia. Flavio si posizionò sotto il pulvinar e salutò lImperatore. Negli ultimi
anni il secutor era diventato di proprietà dellImperatore.
Fece il suo ingresso il retiarius, un altro uomo famoso come Flavio. La folla si divise in
due fazioni. Una parte gridava Uther il barbaro e laltra parte gridava
Flavio il boia.
I due gladiatori si posizionarono davanti allarbitro il quale, controllò le
armature, poi si spostò. I due si studiarono a lungo. Flavio respirava già laria
della libertà. Uther lanciò letteralmente il tridente che colpì lo scudo del secutor
rompendolo in mille schegge. Il retiarius prese il pugnale e si avventò su Flavio. La
folla gridava estasiata. LImperatore, rompendo ogni convenzione, si alzò dallo
scranno imperiale e si avvicinò alla balaustra. I gladiatori rotolarono nella sabbia.
Flavio riuscì a ferire il barbaro ad un braccio. Secondo le regole
gladiatorie, il retiarius si mise in fuga e il secutor lo inseguì per larena. Uther
raggiunse il tridente. Cercò di alzarlo dalla sabbia quando, il pugnale di Flavio lo
colpì ad una coscia in profondità. Il gladiatore cadde in ginocchio. Ormai sicuro della
vittoria il boia alzò lo sguardo in cerca dellImperatore. Il
barbaro, disperato alzò il tridente dalla sabbia e colpì Flavio al fegato.
Il gladiatore sorpreso fissò Uther. Un fiotto di sangue colò dalle labbra. Cadde in
ginocchio. Il retiarius guardò lImperatore. La folla gridava missus,
libero di vivere. Flavio non riuscì a vedere il gesto del suo padrone poiché aveva
davanti la figura enorme di Uther. Il suo pensiero volò a Laura un attimo prima che il
retiarius gli staccasse la testa dal corpo. La folla rimase in silenzio per un attimo
contrariata, poi, un grido si alzò su tutti: Uther il boia.
Ragazzi! Correte! Correte! Guardate qui! Una scoperta
sconvolgente! Urlò eccitato un uomo vestito di pantaloncini e camicia color cachi.
Il caldo era opprimente. La sabbia ovunque in quel paesaggio arido. Altri tre uomini si
avvicinarono alla tomba. Il primo frugò dentro ed estrasse un elmo da gladiatore.
Ci hai chiamato qui per un elmo?! proruppe uno.
No... no... aspetta... Rispose luomo appoggiando lelmo in terra.
Infilò ancora il braccio allinterno della tomba romana ed estrasse un oggetto che
fece ammutolire tutti. Andarono subito al laboratorio di ricerca e fecero analizzare
loggetto. Lanalisi al carbonio non mentiva. Il fucile m-15 era datato 81 dopo
Cristo.