Sono una
persona sola. Veramente sola. Sono giovane, la mia vita è appena cominciata, ma
nonostante questo già sono solo.
Mia nonna ha 70 anni, e fa più vita sociale di me... almeno il sabato e la domenica lei
va a giocare a carte con le sue sorelle.
Lei.
Io no.
Io passo tuto il mio tempo nella grande casa dove vivo (non vivo) con i miei genitori e
mio fratello.
Mio fratello sta a casa sì e no 10 ore al giorno, di cui 8 sono quelle notturne in cui
dorme.
Lui.
Io no.
Io di notte sto sveglio. Guardo la TV. Per ingannare il tempo. Sono ormai così annoiato
che persino dormire mi riesce diffcile... e dire che chi si annoia dovrebbe dorimre...
Io no.
Io vivo attraverso le vite dei personaggi della TV, e qualche volta discuto su di loro
tramite internet, parlando solo virtualmente, con uno schermo piatto. Con chissà chi.
Chissà dove.
Non ho veri amici, e quelli falsi si comportano bene solo in mia presenza.
Quelle poche volte che li vedo. Ma quando torno a casa, per loro sparisco. Nessuno mi
pensa. Nessuno mi cerca.
Volendo potrei cercarli... ma perchè dovrei farlo io? Ho un'orgoglio io, non posso far
vedere loro che ho disperato bisogno di compagnia, me ne vergogno troppo.
Sono terribilmente solo. E me ne vergogno da morire.
Io non leggo mai. Cosa penserebbero gli altri se mi vedessero leggere? Che sono un'idiota
cervellotico.
Io non voglio essere un idiota cervellotico.
Io non esco quai mai di casa, non posso sopportare l'idea che uno di quei cosiddetti
"amici" mi veda girare per strada da solo, squallido e patetico, preferisco che
loro pensino che io ho di meglio da fare.
Ma io non mai niente da fare.
Tranne che una cosa: comprare.
Non sono povero, e passo il tempo comprando oggetti di ogni tipo e genere. Mi piacciono le
cose vecchie, antiche.
La mia stanza è piena di cose vecchie.
Ho comprato anche una teiera di porcellana del fine '800.
E' un oggetto carino, ma tanto non ho nessuno a cui mostrarlo.
Quando non compro io sto seduto da qualche parte nella grande casa, sempre vuota. Io sto
sempre qui.
E gurado. Osservo.
Osservo le cose che possiedo, solo quelle mi sono di conforto.
Mi erano di conforto.
Io le cambierei tutte per qualcuno che mi parlasse e uscisse con me. Sempre. Non solo
qualche volta.
Oggi guardo la mia teiera... è stupido tenerla in camera, lo so, ma tanto in camera mia
non ci viene mai nessuno, solo la donna che pulisce, una volta a settimana. Lei è l'unica
che ha visto la mia stanza. E pensa che io sia quantomento "strambo".
Guardo le rifiniture rosa della teiera... è così... monotono, piatto... come la mia
vita, coi giorni tutti uguali.
Più la guardo e più odio la mia vita.
Non credo più in Dio. Non credo nell'amore. Non credo nella giustizia (perchè gli altri
sono felici e io no?).
Ma in una cosa credo. Sorella Morte.
Io la prego ogni giorno di venire a prendermi.
Io non posso uccidermi da solo... gli altri penserebbero che sono una persona patetica e
disperata. E' così. Ma gli altri non devono saperlo. Me ne vergono troppo.
Continuo a fissare la teiera.
Un'ombra dietro di me. Mi giro. Il mio volto piatto e squallido si trasforma nella
maschera della felicità: Sorella Morte. E' venuta a prendermi.
Finalmente.
Mi alzo dalla squallida posizione, tutti gli oggetti sono immobili, nella patetica
penombra che avvolge anche me mentre gli altri si divertono e stanno in compagnia.
Mentre scompaio dalla squallida vita per andare incontro a qualcosa di finalmente nuovo,
vedo la sedia vuota messa davanti al tavolino con la teiera sopra.
Di me si parlerà per qualche giorno, poi mi dimenticheranno. E io dimenticherò loro.
Per fortuna la teiera non può parlare, altrimenti tutti saprebbero che io ero una persona
sola.
Sono nata a Pescara, l'8 gennaio del 1985. Vivo nel Molise per motivi di studio. Sono studentessa di economia aziendale all'università di Campobasso. Scrivo racconti da quando avevo 13 anni. Ho anche passato 2 anni a Londra, dove ho conosciuto delle persone che si interessavano di spiritismo, e da allora argomenti simili mi affascinano.