« Lo dico e lo ripeto: le donne sono tutte troie! »
« Sì, mamma... »
« Nessuna ti vuole bene come la tua mamma! Tirano tutte ai soldi e noi di soldi ne
abbiamo tanti. Tutto merito di tuo padre. Nessuno sapeva fottere il prossimo come tuo
padre. Si fotteva anche un sacco di troie, il porco! Fino a quando io non ho fottuto lui.
Scalciava come una bestia al macello mentre la metaldeide lo ammazzava. Ma negli affari
era imbattibile. Ci ha lasciato un sacco di soldi, quelli che adesso tu spendi per portare
in casa tutti quei merdosissimi libri! »
« Sì, mamma... »
Mi piace leggere per ore. Mi piacciono i libri, anche solo sfogliarli, ma mamma non vuole che li lasci per casa. Così ho attrezzato il seminterrato, quello che papà usava come magazzino per i suoi traffici. Sono locali ampi, semibui, corridoi e cantine che sembrano abitati da presenze oscure e sfuggenti. Ho montato gli scaffali e li ho riempiti di libri, disposti in bellordine. Ho anche sistemato un salottino, con lampada e poltrona, per poter leggere in tutta comodità.
Mi piacciono le donne, anche solo parlare con loro, ma nessuna sembra andare alla mamma. Ho avuto qualche storia con donne incontrate nei locali di periferia, ma è difficile portarle avanti. Così torno nelle mia biblioteca.
Stavo sistemando i libri quando ho sentito laria diventare
elettrica ed i capelli rizzarsi sulla testa. Avevo paura, ma sono uscito lo stesso. Lei
era lì, in piedi allangolo del corridoio, le braccia sottili distese lungo i
fianchi.
« Chi sei? »
« Sono quella che hai semp®e deside®ato, F®ancesco. »
Corpo flessuoso, come un giunco, nellelegante uniforme da collegiale.
« Non pronunci la erre. »
« Ho qualche difficoltà a fa®lo. »
Sorriso timido delle labbra senza trucco.
« Tu non sei reale. »
« Sì, lo sono. Puoi tocca®mi, se vuoi. »
Si sbottona la camicetta e vedo due seni piccoli, come mele acerbe, tra i pizzi del
balconcino.
« Allora non sei come appari. »
« Questo è ve®o. Sono una c®eatu®a most®uosa di unalt®a dimensione, ma pe®
te sa®ò semp®e così, se vuoi. »
Occhi di tenebra nel viso imbronciato di una bambina.
« E cosa vorresti in cambio? »
« Dov®ai po®ta®e alt®e pe®sone qui sotto: esse®i umani dei quali mi nut®o. Pot®ai
®esta®e in cantina ment®e li uccido e quando usci®ai mi t®ove®ai ad aspetta®ti. »
Ci amiamo da due anni, ormai, un amore tenero ed appassionato. Ho
dovuto vincere la mia timidezza per avvicinare altre persone, uomini e donne, e
convincerli a scendere qui sotto. Poi aspetto in cantina. Qualche volta devo coprirmi le
orecchie con le mani, per non sentire le urla, ma è raro, generalmente è rapida e
micidiale. Quando esco la trovo ad aspettarmi: mi tende le braccia ed i suoi baci sono la
più dolce delle sensazioni.
Oggi si è staccata dal mio abbraccio e mi ha guardato con il viso serio.
« Voglio sali®e in casa, esse®e la tua compagna, condivide®e con te le gioie della
vita di coppia. »
« La nostra non è proprio una relazione normale, qualche difficoltà cè. »
« Una sola. » mi ha sorriso « Dovremo usare questa cantina ancora una volta. »
Ho assentito.
Salgo le scale che portano in casa, mi affaccio alla porta e chiamo:
« Mamma, potresti scendere in cantina? Vorrei farti vedere una cosa... »