Il mio
spirito, accanto alla bara, freme nell'impalpabile dolore dell'ultimo giorno. L'avvolge
una nuvola di larve affamate della mia essenza, che perde frammenti come la mia coscienza.
Scivolo sul vialetto del cimitero nel crepuscolo del pomeriggio che una pietosa, crudele
divinità ha voluto concedermi, prima del Viaggio verso un Inferno di demente
inconsapevolezza.
Provvidenziale inconsapevolezza, se quello che vedo non è un abbaglio dell'Io in
dissolvenza.
Ma ho squarciato i veli dell'umano vedere: le tombe sono tutte in rovina, e tutto freme in
una sinfonia di urla inaudite, poiché Ciò che dalla carne morta procede digerisce ed
erutta l'orribile pasto.