Come sia
finito in questa situazione non lo ricordo. Eppure mi ritrovo qui, in ginocchio, le mani
legate dietro la schiena, e la testa appoggiata su un ceppo, a fissare la folla.
Ruoto poco il capo e vedo la figura al mio fianco. Imponente. Indossa una veste nera e
brandisce unascia mentre saluta con ampi gesti la gente. Non mi preoccupa la morte
quanto più il suo volto. Anche se ha occhi da serpente ed è ricoperto di squame, quel
volto è il mio.
Fisso ancora per qualche istante la folla festante, poi chiudo gli occhi ed aspetto.