Sono morta da secoli. Ogni notte risorgo e cammino tra le ombre. Attraverso i brandelli della mia carne essiccata sintravede una poltiglia biancastra di vermi, mai sazi. Tra campi gelidi, vado verso la città, verso il calore dei corpi. Stracci di seta nera; ciò che resta dellabito meraviglioso con cui mhanno sotterrata. Inutilmente. La mia fame di vita non è morta. Non ho più sguardi su di me. Ho meglio: una preziosa collana. Ogni notte sarricchisce di due perle. No, non ho dimenticato lago con cui, una volta strappati, infilzo gli occhi del primo vivente che incontro. Dopo averlo divorato.