Quella
mattina Suzanne si era alzata con la luna storta. La sera prima al caffè, un ragazzo che
le piaceva l'aveva derisa senza pietà per una macchia che aveva sulla camicetta.
Maledisse la sua disattenzione, che l'aveva fatta uscire con una camicetta macchiata.
Di colpo tutto l'interesse per quel ragazzo era scemato, aveva pianto tutta la notte,
pensando addirittura di diventare lesbica. Al mattino decise di non andare a scuola. Aveva
voglia di stare da sola, così non si recò neanche davanti alla scuola in cerca di
qualche compagno con cui passare la mattina. Si diresse verso il cimitero della città,
dove di solito passava il tempo la mattina quando marinava la scuola e voleva stare sola.
Almeno lì passava il tempo a osservare le anziane che frequentavano il cimitero, e di
quando in quando, scambiava con loro quattro chiacchiere.
Quattro chiacchiere si fa per dire, perchè quelle povere logorroiche avevano bisogno di
qualcuno con cui parlare per sfogare le loro turbe isteriche e le loro paranoie. E quando
vedevano Suzanne erano felici.
Suzanne pensò di essere proprio disperata per andarsene a parlare con
quelle ormai vetuste signore per ingannare il tempo e per dimenticare i suoi guai... più
volte aveva pensato di trovarsi qualche bettola per potersi sbronzare.
Comunque tra un pensiero e l'altro arrivò nel cimitero. Non era grandissimo... insomma
non era uno di quei cimiteri di città, così simmetrici e sempre pulitissimi, con i
loculi tutti uguali, bianchi e infilati come se fossero scaffali in un supermercato... era
un cimitero di discrete dimensioni.
Aveva anche una parte moderna, ma Suzanne frequentava sempre la parte più vecchia.
Così entrò dal consunto cancelletto, ma stranamente quella mattina il cimitero era
deserto. C'era però un insolito cartello accanto ad un piccolo capanno contenente le
attrezzature per le inumazioni delle salme.
Il cartello diceva: Le restaurazioni del cimitero Saint-Tradin cominceranno domani.
Evidentemente il cimitero sarebbe stato inagibile per un pò, e le anziane avevano
preferito astenersi dal visitare il camposanto anche se i lavori non sarebbero cominciati
che il giorno dopo.
Ora Suzanne era nel cimitero, da sola. Si guardò intorno. Calma
assoluta. Il sole brillava nel cielo e gli uccellini cantavano. Ogni tanto qualche
macchina passava di lì. Che palle! pensò Suzanne.
Comunque ormai era lì e decise di sostarci per un paio d'orette. Suzanne aveva tutta la
mattina davanti... erano da poco passate le dieci, e lei non sarebbe potuta tornare prima
dell'una. Se fosse tornata un solo minuto prima sua madre si sarebbe insospettita, avrebbe
controllato a scuola e questo le sarebbe costato non poche grane.
Così Suzanne si incamminò per i viali del cimitero, tra le tombe. Si accese una sigaretta... passò direttamente dalla parte delle tombe scavate nella terra per dirigersi in un viale di loculi.
Stava distrattamente osservando i lumini in quel viale di tombe
risalenti per lo più agli anni '80, quando sentì un odore nauseante, insopportabile.
Cercò di capire da dove veniva e alla fine notò che uno dei loculi era rotto. C'era un
buco abbastanza grande nel marmo che ricopriva la bara. Da quel buco usciva una specie di
fumo verde appena visibile.
Suzanne incuriosita più che spaventata cerco di tapparsi il naso con un fazzoletto e
buttò via la sigaretta. Poi si avvicinò al loculo. La poveretta respirava appena...
comunque ricordò quello che gli aveva detto una volta suo padre. Certe volte il gas
contenuto nelle bare a causa della putrefazione delle salme è così tanto che il
coperchio può rompersi lasciando fuoriuscire l'odore, che può essere tanto terribile da
poter essere avvertito anche se il marmo del loculo fosse intatto... figuriamoci col
loculo rotto.
Suzanne ora aveva capito più o meno la causa del fumo, ma non riusciva a spiegarsi come
mai il loculo fosse rotto.
Lesse il nome sulla tomba: Genevieve La Morrisette 1965-1986.
Non fece in tempo a fare un altro solo pensiero che vide con orrore il marmo del loculo
rompersi. La bara ivi contenuta cadde ai piedi di Suzanne, ormai impietrita dall'orrore e
impedita da quell'odore insostenibile.
La bara era color marrone scuro sporca in una maniera terribile. Il coperchio era rotto, a
dir poco squarciato, ma Suzanne non potè gioire nemmeno per un attimo del fatto che non
si vedesse l'interno, che il coperchio cominciò a frantumarsi.
Essendo le dieci di mattina Suzanne potè vedere chiaramente il contenuto del nauseabondo
contenitore. Preceduto da un odore allucinante, un orrendo cadavere le apparve davanti,
immobile e putrefatto: erano i resti della ragazza ivi seppellita. Suzanne fissò il corpo
per bene, non potendo fare altrimenti, data l'inibizione dei suoi sensi per quello che
ormai era terrore, misto però ad un senso di nausea per il fetore insopportabile della
putrefazione.
Il cadavere era lercio e orrido: i capelli erano quasi inesistenti a parte qualche ciuffo
sparuto sulla testa spellata. Il volto non era più un volto, ma un ammasso di carne
marrone chiaro, deforme e marcia brulicante di vermi con due buchi che sembravano occhi e
una lunga fila di denti ingialliti e contorti.
C'era una collana che stava ALL'INTERNO del collo, nella gabbia toracica, messa in
evidenza dal fatto che i cenci lerci e maleodoranti erano ormai quasi completamente
consunti. Un tempo doveva essere un completo blu. Le braccia erano sul grigio-bianco,
così come le gambe, e dei lombrichi grossi e disgustosi strisciavano ovunque all'interno
della bara.
Suzanne sentì di stare per svenire e ne fu sollevata. Ma purtroppo non riuscì nemmeno a
svenire. Non ci riuscì perchè i suoi sensi, nonostante l'odore, non poterono
abbandonarsi allo stato di incoscienza a causa del fatto che Genevieve, la morta, allungò
una mano e afferrò il polso di Suzanne.
La morta tirò Suzanne nella bara con sè. Non le faceva del male, ma non riusciva più ad
alzarsi e quell'odore le stava penetrando nel cervello. Era con le narici piantate sul
corpo marcescente della ragazza... aveva gli occhi chiusi perchè la vista di quella carne
bianchiccia e orrenda era insostenibile, ma l'odore era ormai così allucinante che era
diventato doloroso. Suzanne non riusciva a liberarsi per il terrore, e non riusciva a
stare in apnea, così alla fine quell'odore disgustoso finì per penetrarle davvero nelle
narici, poi nella testa, fino a che Suzanne morì con la faccia sul corpo marcescente che
stava lì dagli anni '80, soffocata dall'odore terribile della putrefazione.
IL GIORNALE DEL GIORNO DOPO
"TERRIBILE TRAGEDIA AL CIMITERO DI SAINT-TARDIN. UNA BARA E' ESPLOSA A CAUSA DEL GAS,
E IL LOCULO, EVIDENTEMENTE COSTRUITO MALE HA CEDUTO LASCIANDO CADERE LA SALMA. UNA RAGAZZA
DI DICIASSETTE ANNI, CHE SI TROVAVA NEI PARAGGI, E' RIMASTA UCCISA PER AVVELENAMENTO DAL
GAS TOSSICO FUORIUSCITO DALLA BARA. INSPIEGABILE PERO' IL RITROVAMENTO DEL CORPO DELLA
RAGAZZA, CON LA FACCIA COMPLETAMENTE AFFONDATA NELLA CARNE MARCESCENTE DEL CADAVERE IVI
CONTENUTO"