l pendolo scuoteva eternamente il capo in una negazione continua. L'occhio sempre vigile di un freddo giudice, spietato e implacabile. Nella stanza, debolmente illuminata solo dai riflessi astrali, alcuni libri impolverati e maldestramente accatastati in un angolo, sfamavano truppe di tarme. Sulle pareti, grandi quadri di benefattori decaduti si fissavano con occhi sbronzi di orgoglio mentre a terra, un umile arazzo alzava lo sguardo a travi possenti. Opposta al camino ormai grigio bluastro, cimitero di arbusti, una finestra languiva impotente e immobile alla pallida Luna libera nel cielo.
Tutto ricordava uno
splendore perduto. Vite passate come l'aria che correva tra le fessure ora
del pavimento, ora delle pareti. E intanto il cuore del tempo continuava a
battere senza irregolarità . Con la sicurezza e l'arroganza di chi si crede
dalla parte della ragione.
Immobile su una poltrona, il freddo e ormai rigido corpo di un uomo ben
vestito. Un'impercettibile smorfia di dolore su un volto sfigurato dagli
anni, le cui gote erano divenute banchetto per larve. Le orbite, vuote,
aride. I pugni stretti, nell'impotenza dell'ineluttabilità degli eventi che
neanche il denaro nelle tasche poteva evitare.
Lo spettro dell'uomo, squarciava il nulla della stanza, emettendo il suo
disperato grido senza voce mentre con passo lento e faticoso trascinava le
lunghe e possenti catene della sua iniquità nella fredda ombra eterna.
Il pendolo intanto, continuava a oscillare.
Sono Alessandro Maria Artistico, ho 23 anni, sono uno studente e vivo a Roma.