La macchina
sarebbe stata la perfetta sostituta di me stesso. Avrebbe eseguito gli ordini più diversi
senza mai protestare; sarebbe stata l'artefice di azioni cui io non avrei mai nemmeno
osato immaginare. In ogni dove ed in ogni quando la macchina sarebbe stata me ed io sarei
stato la macchina: lei il corpo, io la mente. In un solo essere, anche i sogni più
reconditi sarebbero stati realizzabili: il desiderio non sarebbe mai più restato tale. I
suoi molteplici pensieri ed emozioni sarebbero convolati nell'unica preoccupazione di
servire la mia persona.
Avevo speso una vita a perfezionare la creazione di un'altra vita, al fine ultimo di
perfezionare, di conseguenza, la mia vita. Quale sforzo! Ma quale soddisfazione!
Niente sarebbe stato come prima; il futuro mi avrebbe accolto a braccia aperte, sorridente
e radioso come non mai.
La mia creazione più difficile sarebbe stata invidiata da tutto e da tutti: sarei stato
al centro del mondo, mentre tutte le porte che prima mi venivano chiuse, ora le avrei
trovate spalancate, ed avrei camminato su di un lungo tappeto rosso, ricamato da graziosi
quanto magnifici petali di rosa.
Ogni mia parola sarebbe stata ricordata nei secoli a venire.
Io ho creato la vita!
Io sono Dio!
"Ah!", sbuffò la macchina, gettando a terra gli ultimi scritti del suo creatore. "Idiota!", disse ancora, mentre i suoi chip emozionali lavoravano al fine di ottenere ciò che gli umani chiamavano sorriso.