Quante
volte aveva pensato che sarebbe stato fico emulare i sopravvissuti di Zombi, barricati
all'interno di un centro commerciale, ad uccidere quei mostri stupidi e lenti.
"Troppo facile, io mi divertirei come un matto e sarei sempre a fare shopping".
Un pensiero ormai lontano. Ora tutto era vero, reale, palpabile e non era come lui aveva
creduto, ma molto più spaventoso.
Quando i primi morti erano tornati in vita per degustare la tenera carne umana, lui pensò
subito che la cosa migliore sarebbe stata nascondersi in un centro commerciale, ma il film
di Romero lo avevano visto in troppi.
Salì sulla vecchia utilitaria di Henry, il vicino di casa, tanto a lui non sarebbe più
servita e cercò un nuovo rifugio. Giunse ad un autogrill, pensò che non era un centro
commerciale, ma che poteva andare. Scese dalla vettura stringendo tra le mani una grossa
mazza da baseball, avanzando, piano, verso la porta d'ingresso. Fu dopo il secondo scalino
che udì quel mugolio rantolante. Si voltò. Un non morto stava correndo verso di lui, con
la bocca spalancata e gli occhi di fuoco.
"Gli zombi corrono!" ripeté, sorpreso.
Non avrebbe avuto il tempo di raggiungere la macchina, quindi si mise in posizione e
attese lo scontro. La mazza incontrò la testa di quell'essere ripugnante. Il cranio fece
lo stesso rumore di una noce di cocco rotta da un martello.
"Ora gli spacco la testa e lui cessa di vivere!".
14 colpi di mazza resero quella testa un cheesburger, ma quel "coso" continuava
a muoversi.
Schizzi di cervella purulenta erano sparse sul viso di John. Passò la lingua,
istintivamente, intorno alle labbra.
"Però, mica male. Gli zombi sono gustosi!".
Aveva ragione la mamma. I film raccontano solo stronzate,... anche i capolavori!
Quella sera non sarebbe rimasto senza cena.